TOLTO TRUMP, RESTA IL MALESSERE SOCIALE DEGLI USA

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(Articolo scritto da Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno)

Spari a Capitol Hill, colpita una donna, feriti anche agenti - Ultima Ora -  ANSA
Manifestazione popolare a Capitol Hill.

La fine dell’amministrazione Trump, non determinerà la fine del malessere sociale ed economico di una gran parte degli americani che Trump ha rappresentato e forse continuerà a rappresentare e che 4 anni fa lo fece vincere, ossia di quella middle-class progressivamente depauperata, nei decenni precedenti, dalle politiche a favore dell’industria finanziaria e a danno di quella manifatturiera.

Un malessere che è ormai radicato nella società statunitense e che sta portando a dei prodromi di guerra civile.

L’amministrazione Biden non potrà illudersi di aver risolto questo malessere sociale ed istituzionale, con l’eliminazione di Trump dalla presidenza, perché ciò che molti sedicenti politologi ed esperti non hanno ancora capito o fingono di non capire è che Trump non è stata la causa del malessere, ma l’effetto, il risultato elettorale e rappresentativo di quella società statunitense in serio disagio economico e sociale.

Ridurre l’importanza sociale della manifestazione a Capitol Hill di migliaia di americani arrivati dalla provincia profonda, con anziani e bambini presenti, non può essere ridotta ad una minoranza violenta e facinorosa, che a quanto risulta è stata agevolata nel suo delinquere all’interno del Campidoglio dalla negligenza della polizia presente.

Negli Stati Uniti, da qualche decennio si è sviluppata una progressiva profonda lacerazione dell’unità sociale e culturale che non si risolverà con l’anatema nei confronti di Trump e che anzi con la crisi economica derivante dall’attuale pandemia potrebbe portare a degli ulteriori disordini e disastri inimmaginabili.

Et posteris judicas….

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LESIONE DELL’INTERESSE LEGITTIMO E RESPONSABILITA’ EXTRA CONTRATTUALE DEL GOVERNO CONTE.

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(Articolo scritto da Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno)

Risarcimento per lesione di interessi legittimi pretensivi e bene della  vita – Giurdanella.it
Ubi societas, ibi ius.

Il Governo Conte, secondo quanto è stato affermato recentemente nell”ordinanza 45986/2020 del Tribunale Civile di Roma, ha emanato dei dpcm illegittimi, che hanno causato un danno economico ad un commerciante, che per le restrizioni imposte in modo incostituzionale non ha potuto pagare il canone di affitto, ricevendo di conseguenza un ingiunzione di sfratto per morosità da parte del proprietario dell’immobile.

Da questa significativa sentenza, si delinea una letteratura giurisprudenziale, da cui si evince una responsabilità aquilana da parte del Governo Conte nei confronti di tutti coloro che hanno subito un danno economico e quindi patrimoniale dalle restrizioni imposte dall’attuale esecutivo in modo illegittimo.

Una responsabilità extra contrattuale derivante anche dalla lesione di un interesse legittimo, visto che il governo ha esercitato le sue funzioni di amministrazione pubblica in modo illegittimo, una conseguenza logico-giuridica derivante anche da quanto affermò, nella storica sentenza b.500 del 22/07/199 delle Sezioni Unite, la Cassazione Civile riguardo alla risarcibilità dell’interesse legittimo.

L’interesse legittimo è una situazione giuridica individuale che ha trovato riconoscimento nell’ordinamento italiano, grazie alla legge n. 5992/1889 e tale interesse consiste in una situazione giuridica soggettiva che comporta in capo al singolo il potere di sollecitare un controllo giudiziario in ordine al comportamento tenuto, correttamente o meno, dalla pubblica amministrazione.

Nel caso di specie, la lesione dell’interesse legittimo è causata dall’emanazione dei dpcm illegittimi da parte del Governo Conte e l’interesse legittimo al pari di quello di un diritto soggettivo o di altro interesse, giuridicamente rilevante, rientra nella fattispecie della responsabilità aquiliana ai fini della qualificazione del danno come ingiusto, che in questo caso è causato dal depauperamento delle condizioni economiche degli italiani, a causa delle restrizioni imposte dai suddetti incostituzionali dpcm.

Siccome per pervenire al risarcimento del danno è necessario che l’attività illegittima della Pubblica Amministrazione abbia determinato la lesione dell’interesse al bene della vita al quale l’interesse legittimo si collega, nel caso di specie si configura pienamente.

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GOVERNO CONTE: OFFENSIVA CONTRO LO STATO DI DIRITTO

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Oltre ad aver violato la Costituzione italiana con dei dpcm incostituzionali, l’attuale Governo cerca anche di ridimensionare il diritto penale.

(Articolo scritto da Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno)

Il "Decreto Semplificazioni" nelle slides del Governo - claai.info
Decreto Legge “Semplificazioni” 16 luglio 2020 n. 76.

L’attuale esecutivo, dopo aver ripetutamente violato la Costituzione italiana con dei dpcm incostituzionali (vedi ordinanza n. 45986/2020 del Tribunale Civile di Roma), minando in tal modo lo stato di diritto, a causa delle restrizioni della libertà di circolazione ed economica che hanno determinato un progressivo depauperamento economico degli italiani, dietro il pretesto di voler contrastare il fenomeno, frequente fra i funzionari pubblici, denominato “burocrazia difensiva”, ossia quella ritrosia e timore di assumere decisioni per promuovere attività di interesse pubblico, timore nascente dal pericolo di incorrere in conseguenze giudiziarie a proprio carico, ha emanato il Decreto Legge “Semplificazioni” 16 luglio 2020 n. 76.
Con tale decreto, il Governo ha legiferato delle modifiche in materia penale, ridimensionando la portata della fattispecie incriminatrice del reato di “abuso d’ufficio” ex art.323 c.p.
La suddetta modifica stabilisce che è configurabile il reato di abuso d’ufficio solo quando non vengono rispettate specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge.
Con questa riforma si esclude dalla fattispecie de quo l’inosservanza di norme di rango secondario, regolamentare e subprimario.
L’innovazione della nuova previsione normativa sussiste anche nel fatto che quantunque venisse volata la legge di rango primario, sarebbe comunque esclusa la fattispecie incriminatrice di abuso d’ufficio se dalla norma violata risultassero dei margini di discrezionalità in capo al funzionario pubblico.
Lo scopo di questa riforma è palesemente quello di contrastare la giurisprudenza penale prevalente (la quale prevede una limitazione rigida dell’eccesso di potere dei funzionari pubblici), privando di conseguenza il giudice penale di sindacare l’eventuale vizio di eccesso di potere compiuto dalla Pubblica Amministrazione.
Questa riforma finisce per depenalizzare, per giunta in modo retroattivo, anche le fattispecie criminose più gravi, che danneggiano l’interesse pubblico.
Questa politica rappresenta il proseguo di una pericolosa tendenza giuridico-culturale improntata sulla depenalizzazione, che è stata già avviata nei precedenti Governi di centrosinistra (come avvenne con D.Lgs. n.50/2016 – aggiunto ad opera del D.L. n. 32/2019, durante il Governo Gentiloni).

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