IL NUOVO DPCM DEL 3 DICEMBRE (indiscrezioni)

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Dpcm di dicembre: coprifuoco alle 22 anche a Natale e Capodanno, no a  tavolate e festeggiamenti
Natale in mascherina

(Articolo di Fiammetta Rubini – Fonte: www.money.it)

Coprifuoco confermato alle 22, no agli spostamenti tra regioni, ipotesi quarantena per chi viaggia dall’estero: queste e altre misure nel nuovo Dpcm di dicembre che stabilirà come passeremo le feste di Natale 2020.

Spostamenti tra regioni per passare il Natale in famiglia solo a chi ha la residenza o il domicilio all’indirizzo di destinazione; massimo 6 persone a tavola per pranzi e cenoni; coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi a cena; possibilità di andare nelle seconde case prima che scatti il blocco agli spostamenti: sono queste alcune delle misure che potrebbero essere previste dal nuovo Dpcm di dicembre. Oggi 30 novembre è atteso il varo del testo ancora sul tavolo delle trattative, che dovrebbe essere firmato entro il 2 dicembre ed entrare in vigore dal 4, quando scadrà l’attuale Decreto.

Il Governo Conte è al lavoro da giorni per stabilire come passeremo le feste natalizie, cosa si potrà e non si potrà fare, attraverso una serie di nuove regole ed eventuali deroghe. Si va dai controlli per evitare gli assembramenti nei negozi all’ipotesi quarantena per chi arriva dall’estero, dalla riapertura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, alle raccomandazioni su pranzi e cenoni con parenti e amici, fino alle varie situazioni di incontro tipiche di Natale e Capodanno.

In attesa che venga emanato, ecco le misure attese nel nuovo Dpcm di dicembre.

DPCM sul Natale entro il 3 dicembre

Le misure previste dall’ultimo Dpcm adottato a novembre restano in vigore fino al 3 dicembre. Ecco che dal 4 dicembre entrerà in vigore un nuovo Dpcm che stabilirà regole e raccomandazioni per Natale e Capodanno. Sono attese misure rigide: l’obiettivo dichiarato del Governo è scongiurare il rischio di una nuova ondata di contagi a gennaio-febbraio agevolata dall’aver trascorso le festività con troppa libertà. Il nuovo decreto dovrebbe restare in vigore almeno fino all’Epifania, mercoledì 6 gennaio 2021.

In via alternativa appare ancora possibile che il Governo opti per una strada secondaria, che preveda dapprima una proroga delle misure attualmente in atto per altri 15 giorni e poi l’emanazione di un decreto ad hoc che valga dal 21-22 dicembre.

Si specifica che le misure di seguito riportate non sono ancora ufficiali: l’esecutivo sta ancora lavorando alle regole che verranno applicate a dicembre e in occasione del Natale.

Spostamenti tra regioni

L’orientamento attuale del Governo è quello di bloccare gli spostamenti tra regioni (anche gialle) a partire dal 19-20 dicembre, tranne per chi rientra al luogo di residenza o domicilio. Chi ha intenzione di passare il Natale nella seconda casa (anche se in un’altra regione) potrà raggiungerla, ma solo prima che scatti il blocco agli spostamenti interregionali.

Non è ancora chiaro se sarà concessa una deroga anche per gli anziani soli o per gli studenti e lavoratori fuori sede che hanno spostato la residenza (e ai loro partner), per consentire loro di trascorrere le feste almeno con i parenti più stretti.

Regole per chi viaggia da e per l’estero

Chi deciderà di partire a Natale e passare le vacanze fuori dall’Italia potrebbe essere costretto alla quarantena obbligatoria al suo rientro. Una soluzione, questa, che servirebbe a disincentivare gli spostamenti internazionali. Il Governo, ha detto Conte, “si sta premurando per evitare che nel caso in cui si vada all’estero si possa rientrare senza alcun controllo”.

Attualmente l’Italia prevede la quarantena obbligatoria a chi arriva (o vi ha soggiornato nei 14 giorni precedenti) da Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna e Regno Unito. La lista dei Paesi con limitazioni potrebbe quindi allungarsi in vista del Natale, estendendosi almeno a quelli che non sembrano intenzionati a chiudere gli impianti sciistici per la stagione invernale, come la Svizzera e l’Austria.

Nuove zone rosse, arancioni e gialle a Natale

Attualmente la ripartizione delle regioni in zone gialle, arancioni e rosse è la seguente: Lazio, Liguria, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto in zona gialla; Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Umbria in zona arancione; Abruzzo, Campania, Toscana, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano in zona rossa.

Natale cambierà qualcosa? Il governatore della Toscana Giani ha annunciato che la sua regione tornerà arancione dal 4 dicembre, ed è possibile che la stessa sorte toccherà a Campania, Valle D’Aosta e Alto Adige. Per tutte le altre si dovranno attendere i primi 10 giorni di dicembre per sapere se diventeranno arancioni o gialle e potranno quindi allentare le misure restrittive per le estività.

Cenone e pranzo di Natale

Le ultime anticipazioni riferiscono che il Governo non imporrà alcuna regola ferrea su quante persone (e sui gradi di parentela) potranno partecipare al cenone del 24 e/o al pranzo di Natale, ma bensì delle raccomandazioni. Come ha fatto notare anche Conte, infatti, “in uno Stato libero e democratico è impossibile entrare nelle case e dire quante persone siedono al tavolo”.

Resta da capire quale sarà il numero di persone raccomandato: al momento si parla di 6, massimo 8 persone a tavola, tra conviventi e parenti stretti.

«Si deve dire che non deve essere un Natale solitario» – ha infatti specificato, «ma che le famiglie possono riunirsi nel nucleo ristretto, parenti di primo grado, fratelli e sorelle» ha detto la sottosegretaria al Ministero della Salute Sandra Zampa.

Sui gradi di parentela si spiega in maniera chiara l’INPS: con la locuzione «parenti di primo grado» si indica la parentela che lega esclusivamente i figli ai propri genitori.

La parentela di secondo grado, invece, è quella che lega i fratelli di sangue e i nonni con i propri nipoti.


Zampa, accennando alle regole che dovremo seguire per festeggiare il Natale, ha parlato di un generico nucleo ristretto composto da «parenti di primo grado, fratelli e sorelle», senza alcun accenno alle parentele acquisite.

Coprifuoco alle 22

Per permettere un cenone e dei festeggiamenti di Natale il più vicini possibile alla tradizione, si era ipotizzato in un primo tempo uno spostamento dell’orario del coprifuoco: invece che alle 22, il coprifuoco per la notte della Vigilia e quella di Capodanno sarebbe scattato dopo la mezzanotte, forse all’1.

Dopo l’ultimo vertice Governo-Regioni, tuttavia, è emerso l’orientamento dell’esecutivo a lasciare invariato l’orario del coprifuoco alle 22.

Ciò vorrà dire anticipare l’orario della messa della Vigilia tra le 18 e le 20.

Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre”, avrebbe detto il ministro Boccia alle Regioni.

Le regole per i negozi

Al fine di limitare gli assembramenti tipici del periodo causati dallo shopping natalizio, si ipotizza una riapertura nei festivi e weekend dei centri commerciali a partire dal 4 dicembre, e di una proroga dell’orario di chiusura dei negozi alle ore 21:00 così da dilazionare l’affluenza.


Ancora allo studio le regole che riguarderanno gli esercizi commerciali nelle Regioni in zona rossa.

Le regole per i ristoranti


Nei ristoranti dovrebbe essere confermata la presenza massima di non oltre 4 persone allo stesso tavolo. Tuttavia, risulta difficile pensare ad una deroga che permetta ai ristoranti di tornare ad essere aperti la sera in tutta Italia, indipendentemente dal colore della zona. Intanto il Governo valuta la possibile apertura a pranzo dei locali in zona arancione.

Impianti sciistici

Sul fronte impianti sciistici, l’atteggiamento del Governo è molto severo. Per ora si ipotizza un duro no agli spostamenti verso le località sciistiche per motivi di vacanza. Tanto che l’Italia sta lavorando in tandem a livello europeo per bloccare sul nascere le tradizionali vacanze sulle nave in occasione delle feste.

In questo modo appare difficile pensare che gli impianti possano riaprire, anche in zona gialla, nonostante la richiesta dei Governatori delle Regioni che spingono per una riapertura con ingressi scaglionati, mascherina obbligatoria e capienza ridotta.

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