
Decreto Legge n. 116 del 2025 – Decreto “Terra dei Fuochi”
Decreto “Terra dei Fuochi”: nuove norme penali, bonifiche e tutela della salute. Tra repressione e diritti negati
Con 137 voti favorevoli e 85 contrari, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto “Terra dei Fuochi”, provvedimento che introduce una serie di misure urgenti in materia di gestione dei rifiuti, repressione delle condotte illecite e bonifica dei territori contaminati, con particolare attenzione all’area tristemente nota come Terra dei Fuochi. Il decreto, composto da 15 articoli, non solo interviene sul Codice dell’Ambiente, ma incide anche sul codice penale e sul codice di procedura penale, rafforzando il quadro sanzionatorio e ampliando gli strumenti repressivi a disposizione della magistratura.
Le novità normative: dall’abbandono dei rifiuti al traffico illecito
Il cuore del provvedimento risiede nell’art. 1, che riforma in profondità il sistema penale dei reati ambientali.
In particolare, vengono tipizzati tre nuovi reati:
- abbandono di rifiuti non pericolosi, di natura contravvenzionale;
- delitto di abbandono di rifiuti non pericolosi in casi particolari;
- delitto di abbandono di rifiuti pericolosi.
Accanto a ciò, assumono rilevanza penale condotte già contravvenzionali, quali la gestione non autorizzata di rifiuti e la realizzazione o gestione di discariche abusive, ora qualificate come delitti. Particolare rilievo assume la modifica dell’art. 259 d.lgs. 152/2006: il traffico illecito di rifiuti diventa delitto, con pene detentive da 1 a 5 anni, aggravate in caso di rifiuti pericolosi.
Ulteriori disposizioni riguardano:
- la combustione illecita di rifiuti;
- le violazioni nei registri di carico e scarico e nei formulari;
- la punibilità anche a titolo di colpa di alcune fattispecie delittuose.
In un’ottica di prevenzione, l’art. 2 esclude l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ai reati ambientali più gravi e introduce aggravanti specifiche per traffico e abbandono di materiale radioattivo.
Rafforzamento degli strumenti repressivi e investigativi
Il decreto amplia inoltre il ventaglio delle misure investigative e di prevenzione.
- Con l’art. 3, l’arresto in flagranza differita viene esteso ai reati ambientali.
- L’art. 4 consente di applicare le operazioni sotto copertura anche a gravi violazioni ambientali.
- L’art. 5 permette l’adozione della misura di amministrazione giudiziaria delle aziende coinvolte in attività illecite in materia di rifiuti.
- L’art. 6 rafforza la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti (d.lgs. 231/2001) in caso di reati ambientali.
Misure di bonifica e sostegno alla popolazione
Oltre alla repressione, il decreto prevede anche risorse per la bonifica della Terra dei Fuochi: l’art. 9 autorizza la spesa di 15 milioni di euro per il 2025, attribuendo al Commissario straordinario poteri speciali di rimozione, smaltimento e rivalsa sui responsabili. Parallelamente, gli articoli successivi disciplinano misure di assistenza per le popolazioni colpite da calamità naturali e emergenze ambientali, come il contributo di autonoma sistemazione (CAS) e la proroga dello stato di emergenza per le aree devastate da eventi meteorologici.
Una denuncia sociale e sanitaria: la salute come diritto negato
La portata repressiva del decreto è significativa, ma resta aperto un nodo fondamentale: la tutela della salute delle popolazioni colpite dall’inquinamento ambientale e dall’interramento dei rifiuti tossici.
La Terra dei Fuochi è da anni sinonimo di emergenza sanitaria, con un drammatico aumento di tumori, malformazioni congenite e malattie respiratorie, denunciato da numerose associazioni e studi epidemiologici. Se da un lato il legislatore introduce strumenti punitivi più efficaci, dall’altro non sembra emergere una risposta realmente incisiva sul piano della prevenzione sanitaria, del monitoraggio clinico e della presa in carico delle vittime.
Il rischio concreto è che il decreto resti un intervento prevalentemente penal-repressivo, senza tradursi in un reale ristoro per le comunità ferite. La denuncia sociale non può limitarsi alla lotta contro le ecomafie, ma deve includere il diritto alla salute e all’ambiente salubre, costituzionalmente garantito dagli artt. 32 e 9 Cost.
Conclusioni: il ruolo dello Studio Legale Bonanni Saraceno
Il decreto “Terra dei Fuochi” rappresenta un passo avanti nella lotta contro i crimini ambientali, ma lascia irrisolta la questione del risarcimento dei danni sanitari e ambientali subiti dalle popolazioni locali.
Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, con consolidata esperienza nei processi per disastro ambientale, inquinamento e tutela della salute pubblica, si pone come punto di riferimento per chi abbia subito un pregiudizio alla salute o al patrimonio a causa dell’inquinamento da rifiuti. La competenza nel campo del diritto ambientale, sanitario e del risarcimento danni consente allo Studio di affiancare cittadini, associazioni e comitati nella tutela giudiziaria dei diritti violati, offrendo consulenza specializzata e azioni legali mirate a garantire giustizia e dignità alle comunità colpite.
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