
Emergenza PFAS nei Vigili del Fuoco: una battaglia di salute pubblica e giustizia sociale
Introduzione: la minaccia invisibile dei PFAS
L’emergenza legata all’esposizione dei Vigili del Fuoco ai PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) rappresenta una delle questioni più gravi e sottovalutate nel panorama della salute e sicurezza sul lavoro in Italia. Queste sostanze tossiche, presenti in divise, dispositivi di protezione individuale e schiumogeni antincendio, hanno effetti persistenti e bioaccumulabili, con gravi conseguenze per la salute, tra cui patologie tumorali e danni al sistema endocrino e immunitario.
La denuncia sindacale e politica
L’Unione Sindacale di Base (USB) ha recentemente presentato alla Camera dei Deputati i dati delle proprie analisi indipendenti, denunciando l’inerzia istituzionale.
- L’interpellanza urgente del 26 settembre ha mostrato un’aula quasi deserta, segno tangibile della scarsa attenzione politica.
- Il Governo, per voce del Sottosegretario all’Interno, ha fornito una risposta generica, priva di impegni concreti.
- Rimane il diniego dell’INAIL a includere i Vigili del Fuoco tra le categorie protette per il rischio da esposizione ai PFAS, evidenziando la necessità di un intervento legislativo mirato.
I nuovi dati sanitari: prove inconfutabili
Le analisi sierologiche commissionate da USB hanno confermato in 9 casi su 10 la presenza di acidi perfluoroalchilici nel sangue dei lavoratori, con un dato particolarmente allarmante: un Vigile del Fuoco affetto da recidiva tumorale ha registrato valori eccezionalmente elevati di PFOS, uno dei composti più tossici e resistenti.
Questi risultati dimostrano che l’esposizione non è un rischio astratto, ma una realtà già in atto che mette in pericolo vite umane.
Le richieste della categoria
La mobilitazione di USB e delle reti di supporto scientifico e legale converge su precise rivendicazioni:
- Mappatura dei siti contaminati e delle attrezzature.
- Biomonitoraggio sanitario di tutto il personale (in servizio, in quiescenza e volontari).
- Eliminazione dell’esposizione lavorativa con la sostituzione di divise e schiumogeni con alternative PFAS-free.
- Inserimento del rischio PFAS nei DVR aziendali.
- Inquadramento del rischio nell’assicurazione INAIL, a garanzia di tutela previdenziale e indennitaria.
Un problema di salute pubblica e responsabilità istituzionale
L’emergenza PFAS non riguarda solo i Vigili del Fuoco, ma l’intera collettività:
- i siti contaminati rappresentano un pericolo per l’ambiente e la popolazione circostante;
- la mancanza di trasparenza sulle sostanze utilizzate mina il diritto alla salute (art. 32 Cost.);
- l’assenza di una politica di prevenzione e risanamento configura possibili profili di responsabilità civile, amministrativa e penale per omissioni e inadempienze.
Caratteristiche principali
- Idrorepellenti e oleorepellenti → vengono usati per impermeabilizzare tessuti, rivestimenti antiaderenti, imballaggi alimentari.
- Resistenti alle alte temperature → impiegati nei fluidi antincendio, negli schiumogeni usati dai Vigili del Fuoco.
- Persistenza biologica → si accumulano nel sangue e nei tessuti umani, con emivita di anni.
Effetti sulla salute
Studi scientifici e pareri dell’EFSA e dell’EPA hanno collegato i PFAS a:
- Patologie tumorali (rene, testicolo, fegato).
- Disfunzioni ormonali ed endocrine.
- Problemi di fertilità e sviluppo fetale.
- Alterazioni del sistema immunitario, con ridotta risposta ai vaccini.
- Colesterolo alto e malattie cardiovascolari.
Impatto giuridico e sociale
La loro diffusione ha creato emergenze ambientali e sanitarie in diverse regioni (es. Veneto, Piemonte, Toscana).
Per i Vigili del Fuoco, l’esposizione deriva soprattutto:
- dall’uso prolungato di schiumogeni antincendio contenenti PFAS,
- dal contatto con divise e DPI contaminati.
Sul piano legale, la questione tocca:
- il diritto alla salute (art. 32 Cost.),
- il dovere di prevenzione del datore di lavoro (D.Lgs. 81/2008),
- la possibile responsabilità civile, penale e risarcitoria delle istituzioni e delle aziende produttrici.
Conclusioni: il diritto alla tutela e alla giustizia
Questa vicenda si colloca all’incrocio tra diritto del lavoro, diritto ambientale e diritto alla salute, ponendo in luce l’urgenza di un quadro normativo che riconosca la specificità del rischio PFAS e garantisca piena tutela ai lavoratori e ai cittadini.
I PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) sono una vasta classe di composti chimici sintetici, prodotti dall’uomo a partire dagli anni ’40. Sono detti anche “forever chemicals” perché hanno una struttura molecolare estremamente stabile che li rende persistenti nell’ambiente e nel corpo umano, senza degradarsi facilmente.
Le competenze dello Studio Legale Bonanni Saraceno
Lo Studio Legale Bonanni Saraceno da anni si occupa di casi complessi di responsabilità civile, ambientale e sanitaria, offrendo assistenza qualificata in:
- tutela dei lavoratori esposti a sostanze tossiche (amianto, PFAS e altri agenti nocivi);
- azioni di risarcimento e indennizzo per danni alla salute;
- consulenza giuridica e strategica nei procedimenti contro enti pubblici e privati.
Con un approccio scientifico-giuridico e una consolidata esperienza in cause collettive e individuali, lo Studio rappresenta un punto di riferimento per chi cerca giustizia e protezione dei propri diritti fondamentali.
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