(Articolo scritto da Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno)
Il Consiglio dei Ministri di martedì 12 gennaio 2021, ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR (testo in calce), che verrà inviato alla Camera e al Senato per essere approvato.
Con questo piano si attuerà il programma “Next Generation EU”, varato dall’UE per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 a causa delle conseguenze economiche e sociali del Covid-19.
Il Piano è strutturato su obiettivi di policy e interventi congiunti inerenti ai principali settori strategici condivisi dall’Unione europea e sono:
Secondo il Governo, questi investimenti permetteranno di innovare il sistema Italia dal punto di vista ecologico e digitale secondo i parametri e le finalità condivise con l’Ue, ossia:
- digitalizzazione e innovazione,
- transizione ecologica,
- inclusione sociale.
Gli obiettivi di innovazione che verranno perseguiti in modo trasversale sono:
- rafforzamento del ruolo della donna,
- contrasto alle discriminazioni di genere,
- accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani,
- riequilibrio territoriale,
- sviluppo del Mezzogiorno.
Il Piano si sviluppa su 6 missioni ed ognuna di essa rappresenta una “area tematica” diversa e specifica:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
- rivoluzione verde e transizione ecologica;
- infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- istruzione e ricerca;
- inclusione e coesione;
- salute.
Le suddette missioni sono riassunte in 16 componenti, finalizzati a raggiungere gli obiettivi economico-sociali, secondo quanto è stato delineato dal Governo nella sua strategia, le 16 componenti si articolano in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.
L’importo previsto per realizzare le 6 missioni del PNRR ammonta a circa 210 miliardi di euro, di cui 144,2 miliardi sovvenzioneranno “nuovi progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi saranno utilizzati per i “progetti in essere” i quali, essendo stati ricompresi nel PNRR, fruiranno di un’accelerazione dei profili temporali di realizzazione e di spesa.
Il Governo, con il PNRR si prefigge lo scopo di ottimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, che ammontano ad oltre il 70%.
Il 21% delle risorse saranno utilizzate per finanziare gli incentivi al settore privato.
L’importo degli investimenti previsti per i nuovi progetti sono aumentati di circa 20 miliardi di euro, grazie all’utilizzo delle risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021/2027 ed essi sono:
- rete ferroviaria veloce,
- portualità integrata,
- trasporto locale sostenibile,
- banda larga e 5G,
- ciclo integrale dei rifiuti,
- infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.
I criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi sono stati utilizzati per strutturare gli investimenti, con maggiore impatto sull’economia e sul lavoro.
Inoltre sono stati definiti i “progetti in essere” ed i “nuovi progetti”.
Il primo 70 per cento delle sovvenzioni sarà utilizzato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023.
Il rimanente 30 per cento delle sovvenzioni sarà investito tra il 2023 e il 2025, con i prestiti totali che aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l’obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale.
Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi progetti” sarà sostenuta da sovvenzioni e tra il 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.
Nella tabella pubblicata sul portale del Governo è mostrata l’entità delle risorse che si prevede di utilizzare nelle sei missioni, con la divisione tra i progetti già in essere e nuovi.
Secondo il Governo il PNRR impatterà avrà un impatto positivo sulle principali variabili macroeconomiche e sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile, anche mediante i maggiori investimenti che realizzerà in modo diretto ed indiretto e tramite le innovazioni tecnologiche che renderà fattive e incentiverà.
Per quanto riguarda la Giustizia, lo stanziamento globale previsto per la sua innovazione organizzativa ammonta a 2 miliardi di euro, a cui si sommeranno le risorse complementari di 1 miliardo e 10 milioni di euro, connesse agli stanziamenti della Legge di Bilancio.