Il Concordato Preventivo Biennale (c.d. CPB) è un “accordo” con il Fisco che permette, per un biennio, di pagare le tasse non in base agli effettivi guadagni bensì sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate, favorendo così l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi.
Il testo riguarda le recenti modifiche normative introdotte dal Decreto Legislativo 108/2024, in particolare quelle relative alla disciplina del concordato preventivo biennale e le conseguenze della sua eventuale decadenza. Queste modifiche, pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 5 agosto 2024, hanno reso la decadenza dal concordato un evento ancora più penalizzante per i contribuenti.
Punti chiave del cambiamento normativo:
- Nuova previsione sulle imposte e contributi: L’introduzione del comma 3-bis all’articolo 22 stabilisce che, in caso di decadenza dal concordato, rimangono dovute le imposte e i contributi calcolati sul reddito e sul valore della produzione netta concordati, se superiori a quelli effettivamente realizzati. Questo disincentiva i contribuenti dall’utilizzare la decadenza a proprio vantaggio.
- Cause di decadenza invariate: Nonostante l’inasprimento delle conseguenze, le cause che possono portare alla decadenza dal concordato non sono state modificate. Continuano a includere qualsiasi modifica o integrazione della dichiarazione dei redditi che comporti una diversa quantificazione dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base ai quali è stata accettata la proposta di concordato. Non è stata introdotta alcuna soglia di tolleranza (come ad esempio un limite del 30%) per queste modifiche.
- Dichiarazioni integrative: Esiste il timore che anche le dichiarazioni integrative a favore del contribuente, seppur previste dall’articolo 8, comma 2, possano essere causa di decadenza. Questo è particolarmente problematico in quanto potrebbe significare che potrebbero rilevare anche le dichiarazioni integrative relative agli ultimi tre anni, dato che tali annualità sono considerate nel contesto della proposta concordataria.
- Ravvedimento operoso: Sebbene il ravvedimento operoso sia riconosciuto in alcune circostanze di decadenza, non è rilevante se la decadenza è causata dalla presentazione di una dichiarazione integrativa. Inoltre, è stata eliminata una specifica possibilità di ravvedimento prevista dall’articolo 22, comma 3, del Dlgs 13/2024, il che significa che la decadenza sarà prevista senza possibilità di ravvedimento anche per l’omessa presentazione di alcune dichiarazioni.
- Pagamenti e ravvedimento: La norma non è stata modificata per quanto riguarda la decadenza in caso di mancato pagamento delle somme dovute a seguito delle attività di controllo ai sensi dell’articolo 12, comma 2. Tuttavia, resta possibile evitare la decadenza tramite il ravvedimento operoso.
Implicazioni:
Questi cambiamenti aumentano significativamente il rischio associato all’uso del concordato preventivo biennale. Da un lato, i contribuenti sono disincentivati a sfruttare la decadenza a proprio favore, mentre dall’altro, la rigidità delle cause di decadenza e le limitazioni al ravvedimento rendono l’istituto meno flessibile e più pericoloso in caso di difficoltà finanziarie o errori nella dichiarazione dei redditi.