Nuovo DPCM d’urgenza: ecco cosa potrebbe cambiare ancora
Un nuovo DPCM con ulteriori restrizioni potrebbe arrivare nella giornata di oggi, venerdì 16 ottobre, o al massimo domani. Si tratta di un’ipotesi che sta prendendo piede nelle ultime ore, con il Comitato Tecnico Scientifico che avrebbe chiesto al Governo misure più stringenti per far fronte all’aumento dei contagi che appare ormai fuori controllo.
Un DPCM d’urgenza che si andrebbe ad aggiungere al Decreto di Ottobre che ha introdotto restrizioni e obblighi a quanto pare non sufficienti vista l’attuale situazione; la conferma è arrivata anche da Dario Franceschini, capo delegazione del Partito Democratico al Governo, il quale ha dichiarato di aver chiesto a Giuseppe Conte un confronto urgente per decidere – “senza indugio” – riguardo a nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le Regioni.
Una nuova strategia che potrebbe essere attuata già con il Consiglio di Ministri di domani e che porterebbe ad un DPCM d’urgenza con il quale potrebbero esserci ulteriori restrizioni per i locali della movida, per i quali verrebbe imposto un vero e proprio coprifuoco. Obiettivo è anche quello di evitare ci possano essere provvedimenti “a macchia di leopardo”, lasciando alle Regioni troppo spazio per intervenire (ad esempio, ha fatto discutere la decisione del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di chiudere le scuole).
Ma quali potrebbero essere le novità di questo eventuale nuovo DPCM che il Governo potrebbe approvare con estrema urgenza? Molto dipenderà anche dal bollettino sui contagi di oggi, ma sembra che il Governo dovrà adottare il pugno duro se vuole invertire il trend.
Nuovo DPCM, Ricciardi: restrizioni e chiusure nelle Regioni con Rt superiore a 1
Riguardo alla possibilità di approvare d’urgenza un nuovo DPCM è intervenuto Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza COVID-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla facoltà di Medicina della Cattolica di Roma.
Questo ha confermato di aver chiesto chiusure mirate alle Regioni con altissima circolazione del Sars-Cov-2; restrizioni necessarie per consentire lo svolgimento delle attività scolastiche e produttive. Nel dettaglio, in quelle zone dove l’indice del contagio è superiore ad 1, dovranno esserci le chiusure dei principali punti di aggregazione, come circoli, palestre ed esercizi commerciali non essenziali. Lo smart working dovrebbe invece diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese, con l’obiettivo anche di garantire la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico.
Va detto che ad oggi le uniche Regioni che sono sotto l’indice Rt 1 sono: Calabria (0,94) e Molise (0,83). Quindi, qualora passasse la linea di Ricciardi vorrebbe dire che ci sarebbero chiusure su quasi tutto il territorio nazionale per quelle attività o luoghi che solitamente rappresentano centri di aggregazione. Non saremmo ancora in una situazione tale da parlare di lockdown, ma poco ci manca.
Ipotesi coprifuoco nel DPCM di urgenza
Nel nuovo DPCM che il Governo dovrebbe approvare con urgenza, c’è anche l’ipotesi del coprifuoco. Dopo le restrizioni già introdotte con l’ultimo DPCM riguardo a locali e ristoranti, l’Italia potrebbe prendere come esempio gli altri Paesi d’Europa prevedendo un coprifuoco alle 22:00, con una serrata che riguarderebbe tutte le attività non essenziali per un periodo di due settimane, così da poter valutare con calma gli effetti delle nuove restrizioni.
Ma attenzione, perché si torna a parlare – come anticipato da Il Sole 24 Ore – di chiusura anche per palestre, parrucchieri, barbieri, centri estetici, cinema e teatri. E nonostante il parere contrario della Azzolina, potrebbe esserci un ritorno – seppur parziale – della didattica a distanza nelle scuole superiori, con gli studenti che si alterneranno tra casa e scuola durante la settimana.
Al momento si tratta solamente di indiscrezioni, ma una cosa sembra essere certa: un nuovo DPCM ci sarà, visto che il Governo vuole assolutamente evitare lo scenario di un secondo lockdown, ad esempio nel periodo di Natale.
Perché un nuovo DPCM è necessario
Davvero serve introdurre nuove restrizioni? Secondo Ricciardi sì, anche perché in questi giorni le ASL stanno avendo molte difficoltà nel tracciare i contagi. Questa strategia è fallita e non è più sufficiente per contenere la diffusione del coronavirus.
Ad oggi circa dieci Regioni rischiano per la tenuta delle terapie intensive, in quanto ci sta avvicinando alla soglia di rischio indicata dal Ministero della Salute, ossia del 30% di posti dedicati ai malati da COVID-19 che risultano già occupati.
Una situazione di rischio che comunque interessa tutte le Regioni, con la possibilità che a breve termine possa esserci una saturazione dei posti qualora il trend dei contagi non si modificherà.
Articolo di Antonio Cosenza – (Fonte: www.money.it)