Il concordato preventivo biennale (CPB), introdotto dal Dlgs n. 13/2024, offre ai contribuenti un’opzione per pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate, evitando accertamenti tributari per due anni. Tuttavia, la Cassa Forense ha chiarito che, nonostante quanto previsto dall’articolo 30 del decreto, gli avvocati che aderiscono al CPB continueranno a versare i contributi previdenziali in base al reddito effettivamente prodotto.
L’articolo 30 stabilisce che eventuali variazioni del reddito, per ciò che concerne le imposte e i contributi previdenziali, non dovrebbero influire sulla determinazione degli obblighi contributivi. Tuttavia, l’Adepp, che rappresenta le casse di previdenza dei professionisti, ha ribadito che tale norma non è applicabile agli enti di previdenza privatizzati, in quanto comprometterebbe la loro autonomia e stabilità finanziaria.
Le casse di previdenza private sono vincolate a mantenere l’equilibrio di lungo termine e quindi non potranno beneficiare della flessibilità prevista dal CPB in merito ai versamenti contributivi. Gli avvocati interessati a partecipare al CPB devono procedere con l’adesione entro il 31 ottobre 2024, ma è importante che considerino l’impatto sui propri obblighi contributivi.
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