
Nell’assoluta indifferenza dei media, in riferimento ai gravosi problemi della Giustizia si insiste nel parlare di tutto eccetto l’annosa questione di coinvolgere l’Ordine dell’Avvocatura nel contribuire a trovare delle soluzioni fattive per il miglioramento della Giustizia in generale e dell’attività giudiziaria in particolare.
L’Ordine che garantisce e consente l’esercizio del principio del diritto alla difesa, sancito all’art. 24 della Costituzione, è mortificato da un sistema di conflitti di palazzo tra il potere esecutivo e il potere giudiziario.
Il nostro Presidente del COA di Roma Avv. Paolo Nesta continua a denunciare con tenacia e con grande coraggio questa incresciosa situazione, in rappresentanza di tutti NOI AVVOCATI, ma, ahimè, senza ricevere quell’attenzione e considerazione che il diritto alla difesa e quindi i cittadini tutti meriterebbero.
Dopo aver visto venire alla luce la Riforma Cartabia che a distanza di 2 anni è già stata rimaneggiata con un Correttivo e con tanti altri aspetti normativi che andrebbero emendati, si reitera questa deplorevole condotta da parte del legislatore da un lato e del potere giudiziario dall’altro di nn consultare l’Avvocatura, ossia colui che esercita in udienza e con cognizione di causa acquisisce contezza dei problemi che sorgono.
Negli Uffici legislativi l’avvocato è considerato come un elemento alieno e comunque non necessario, tanto da vedere redigere leggi, che, oltre a risultare sovente sgrammaticate nella loro forma, si dimostrano inefficaci e non funzionali nella sostanza, almeno per il raggiungimento dell’obiettivo riformatore prefissato.
La carenza dei Giudici di prossimità non fa e, purtroppo, non farà altro che peggiorare e ostacolare ulteriormente lo stato di diritto, complicando l’esercizio dell’attività di difesa degli avvocati e di conseguenza limitando il cittadino nel suo legittimo diritto di ricorrere alla Giustizia per far valere i propri diritti.
A tale proposito, si riporta di seguito un intervento del succitato Presidente del Consiglio dell’Ordine Avvocati di Roma l’Avv. Paolo Nesta:
“La voce dell’Avvocatura è stata completamente nascosta, oscurata, quasi che il dibattito sulla Riforma della Giustizia sia un dialogo a due fra Magistratura e Politica. Una situazione intollerabile che rende necessaria una forte mobilitazione della classe forense a livello nazionale.”
A parlare è il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta, con una dura presa di posizione che non risparmia critiche tanto a certe componenti della Magistratura quanto a talune voci politiche che sembrano dimenticare il ruolo dell’avvocato nell’architettura giurisdizionale.
“All’inaugurazione dell’Anno Giudiziario in Corte d’Appello a Roma abbiamo sentito autorevoli esponenti della Magistratura dire che gli Avvocati sono portatori di interessi privati e dunque non dovrebbero avere voce in capitolo nel dibattito sulla Riforma – attacca Nesta – una posizione intollerabile che denota la totale ignoranza dei principi costituzionali del processo accusatorio che richiede un Giudice terzo e imparziale rispetto al Pubblico Ministero e al Difensore. Sono nozioni da primo anno di giurisprudenza, eppure vengono dimenticate.”
Il tema centrale è semplice: “La nostra Carta fondamentale all’articolo 111, comma 2, della Costituzione prevede la parità tra accusa e difesa – prosegue Nesta – eppure quando si parla di riforme, di separazione delle carriere tra giudici e pm, la voce degli Avvocati non viene minimamente ascoltata. Guardate al trattamento riservato all’Organismo Congressuale Forense, il cui intervento all’Anno Giudiziario è stato relegato in coda. Davanti a tutto questo l’Avvocatura deve reagire con forza.”
“Ci troviamo in una situazione drammatica per la Giustizia – conclude Nesta – in cui nel settore penale il processo telematico arranca, nel civile la durata media effettiva dei procedimenti a Roma in Tribunale è passata dai 433 giorni del 2022 ai 460 giorni del 2023, in cui nelle carceri si registra una drammatica epidemia di suicidi, 88 nel 2024. Davanti a questi brillanti risultati, forse è il caso di ascoltare anche i suggerimenti degli Avvocati. Che, lo ricordiamo a certi giudici, non sono portatori di interessi privati, ma di un interesse superiore: la difesa del Giusto Processo nell’interesse dei cittadini e per la tutela dello Stato di diritto.”
“Ubi societas ibi advocatus…”
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