VIGILI DEL FUOCO: ANGELI GETTATI NELL’INFERNO DELL’ESPOSIZIONE CANCEROGENA

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Vigile del Fuoco esposto all’amianto di un edificio crollato in un terremoto.

Dietro la divisa dei vigili del fuoco si nasconde una verità che per anni è rimasta ignorata, sepolta sotto le macerie degli edifici crollati e tra i fumi degli incendi domati: un rischio mortale, silenzioso, ineluttabile.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha spezzato finalmente l’omertoso silenzio, riconoscendo ufficialmente ciò che molti temevano da tempo: la lotta antincendio è una delle professioni a più alto rischio cancerogeno.

Tale giudizio è il frutto di un approfondito studio dell’AIRCl’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – che generato nuova luce sulla relazione tra esposizione all’amianto e l’insorgenza di tumori tra i vigili del fuoco.

Pertanto, i dati sono eloquenti: chi combatte contro le fiamme ha un rischio aumentato del 58% di sviluppare mesotelioma maligno, un tumore raro e aggressivo causato dall’esposizione a fibre di amianto.

Invero, fino a poco tempo fa, i vigili del fuoco erano inseriti nel gruppo 2B dell’AIRC, ovvero tra le professioni “possibilmente cancerogene per l’uomo”, dopo questo approfondito studio scientifico sono passati nel Gruppo 1, insieme ad agenti come l’amianto stesso, il fumo di sigaretta e il benzene: “cancerogeni certi per l’uomo”.

La riclassificazione è il risultato di una ricerca condotta da 24 scienziati provenienti da otto Paesi, le cui evidenze raccolte sono state inequivocabili: tra i vigili del fuoco si registrano tassi anomali non solo di mesotelioma, ma anche di cancro alla vescica.

Inoltre, sussistono inoltre prove limitate – ma non per questo trascurabili – dell’aumento di incidenza di tumori al colon, alla prostata, ai testicoli, al melanoma e al linfoma non-Hodgkin.

Il mesotelioma, lo ricordiamo, è una malattia lunga e subdola e il suo periodo di latenza può estendersi fino a 60 anni, rendendo quasi impossibile individuare con precisione il momento dell’esposizione.

Per i vigili del fuoco, tuttavia, la risposta è sotto gli occhi di tutti: incendi in vecchi edifici commerciali e residenziali costruiti prima del bando dell’amianto.

Fino agli anni ’90, questa fibra minerale era usata in tutto – dai pannelli isolanti ai tetti – per la sua resistenza al fuoco, ma quando le fiamme lo colpiscono, l’amianto si sbriciola e rilascia nell’aria fibre invisibili, tossiche, cancerogene e persistenti.

“Il rischio non è solo del passato (avvertono i ricercatori), ma anche oggi, con i moderni dispositivi di protezione, i vigili del fuoco continuano a essere esposti a sostanze chimiche tossiche, spesso in assenza di adeguate misure di decontaminazione post-intervento.”

Il riconoscimento ufficiale dell’OMS non è solo un fatto scientifico, si tratta di un passaggio epocale con ricadute concrete: giuridiche, previdenziali, sanitarie.

Quindi è un diritto costituzionale (ex art. 32 Cost.) chiedere il riconoscimento delle malattie professionali legate all’amianto nei vigili del fuoco e un rafforzamento delle tutele economiche e previdenziali.

Infatti, per molti ex vigili del fuoco la diagnosi di mesotelioma arriva quando è ormai troppo tardi, e le battaglie per il risarcimento si trasformano in estenuanti guerre contro lo Stato.

In finale, la domanda resta sospesa, amara, urgente: chi protegge chi ci protegge?

Mentre celebriamo il coraggio dei vigili del fuoco, occorre guardare oltre l’eroismo: occorre denunciare, tutelare, prevenire, soprattutto dopo l’accertamento di tutto ciò da parte della comunità scientifica.

A riprova e conferma di quanto finora esposto si riportano le analisi dell’esperto in materia Dott. Omero Negrisolo, il quale in modo chiaro e documentato rassegna degli studi scientifici sconvolgenti, inerenti alla ‘attività svolta dai vigili del fuoco:

<<Molteplici studi scientifici, validati dalla Comunità Scientifica Internazionale, dimostrano una pericolosità certa alla salute umana delle sostanze chimiche pericolose e degli agenti fisici pericolosi che comunque coinvolgono i Vigili del Fuoco durante le loro specifiche attività lavorative. Non a caso la IARC-WHO (International Agency for Research on Cancer – World Health Organization) ha realizzato ben due distinte Monografie sui Vigili del Fuoco (Firefighters) di tutto il mondo! La prima, la Monografia Volume 98 – pubblicata nel 2010 – nella sua “Overall evaluation” asseriva testualmente che: “Occupational exposure as a firefighter is possibly carcinogenic to humans (Group 2B)”; cfr. pagina 559. La seconda, la Monografia Volume 132 – pubblicata nel 2010, a distanza di tredici anni – e intitolata “Occupational Exposure as a firefighter”, nella sua “Overall evaluation” che asseriva testualmente addirittura: “Occupational exposure as a firefighter is carcinogenic to humans (Group 1)”. Sempre la IARC-WHO, nella sua “Lista di classificazione di neoplasie che colpiscono i Vigili del Fuoco” – ultimo aggiornamento del 27 giugno 2025, scrive “nero su bianco” che vi è sufficiente o limitata evidenza di insorgenza di neoplasie alla prostata, ai testicoli, al colon, alla pelle, alla vescica, nonché di insorgenza di mesotelioma alla pleura, al peritoneo “ed altri tessuti mesoteliali”. Inutile ricordare che ad oggi la IARC – WHO ha realizzato ben 136 Monografie su situazioni, lavorazioni, agenti fisici e sostanze chimiche che sono cancerogeni certi, o probabili, o possibili. La lista delle sostanze chimiche pericolose e degli agenti chimici e biologici pericolosi alle/ai quali possono essere esposti i Vigili del Fuoco durante le loro quotidiane attività è infinita e comprende almeno: amianto ed altre fibre, particulate matters (PM10, PM5, PM2,5 o anche minori), sostanze benzeniche, composti organici alifatici ed aromatici, composti organoclorurati e/o alogenati, metalli di ogni tipo, leggeri e pesanti, infiniti prodotti inorganici ed organici derivanti da combustioni comunque sempre incomplete: idrocarburi policiclici aromatici. diossine e sostanze “diossin-like”. Di conseguenza, anche tutte le malattie emolinfopoietiche (leucemie, mielomi, linfomi) insorte in Vigili del Fuoco possono con certezza essere valutate come causate da esposizione a “noises” specifici trattati dalla Comunità Scientifica Internazionale. Idem per tutte le neoplasie che comunque colpiscono tutti i tessuti umani. Da pochi anni, meglio, da dopo il 2013, si è iniziato a prendere in debita considerazione anche “il mondo dei PFAS: Per-and PolyFluorinated Alkilated Substances (Sostanze Alchilate Perfluorurate e Polifuorurate)”. Si tratta di sostanze impiegate negli ultimi cinquanta anni in migliaia di produzioni industriali ed applicazioni, le più svariate. L’elenco, mai esaustivo, comprende almeno fitofarmaci e pesticidi per l’agricoltura, farmaci, tessuti e loro impermeabilizzazione, applicazioni “antiaderenti”, contenitori di ogni tipo, anche peralimenti, sostanze estinguenti schiumogene (non a caso esistono molteplici studi sulle schiume antincendio e sui loro effetti subìti dai vigili del fuoco australiani). Comunque, appare di assoluta e quotidiana evidenza quanto “accade” durante e soprattutto dopo un incendio, di un fabbricato, di un veicolo, di un bosco, di una coltivazione agricola, di un accumulo di rifiuti, di un complesso artigianale o industriale! Appare sempre di grande problematicità gestire gli eluati provenienti dall’acqua di spegnimento, i fanghi che si formano, i sottoprodotti derivanti dalla combustione incompleta, le ceneri di vario tipo derivanti da combustioni a temperature medio-alte, ecc. Non da meno, necessita considerate il “Lavoro a Turni” (Shift-Work) ed il “Lavoro Notturno” (Night-Work) che inevitabilmente coinvolge sente il Vigiledel Fuoco, entrambi i tipi di lavoro sono stati oggetto di distinte Monografie IARC-WHO.

Se sei un vigile del fuoco (o un familiare) colpito da patologie asbesto-correlate, puoi contattarci per condividere la tua testimonianza e ricevere assistenza legale.

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Per ulteriori approfondimenti su questo tema o sulle relative implicazioni pratiche potete contattare:

STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
Piazza Giuseppe Mazzini, 27 – 00195 – Roma

Tel+39 0673000227

Cell. +39 3469637341

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