RIFORMA GIUSTIZIA: APPROVATO IL TESTO DELLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI DALLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

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La separazione delle carriere in magistratura, da sempre tema controverso e centrale nel dibattito sulla giustizia, sembra avvicinarsi concretamente. L’approvazione del testo in Commissione Affari Costituzionali della Camera rappresenta un passo avanti significativo per una proposta che mira a ridefinire in modo netto i ruoli di giudici e pubblici ministeri.

I Punti Salienti del Provvedimento

1. Separazione completa delle carriere:

• Eliminazione della possibilità di transito tra le funzioni di giudice e pubblico ministero, consolidando la divisione tra i due ruoli.

• Introduzione di due distinti concorsi per l’accesso alle carriere di giudice e PM.

2. Riforma dei Consigli Superiori:

• Creazione di due Consigli Superiori separati per giudici e PM, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica.

• Componenti scelti mediante sorteggio, con criteri per garantire rappresentanza di genere.

3. Alta Corte per la funzione disciplinare:

• Sottrazione della funzione disciplinare ai Csm, affidandola a un’Alta Corte composta da 15 membri (giuristi, avvocati e magistrati con esperienza significativa).

4. Referendum:

• Previsto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, una fase cruciale per approvare definitivamente la riforma.

Reazioni Politiche

• Maggioranza e Forza Italia:

Antonio Tajani ha definito il provvedimento un passo verso una giustizia più equa e garantista, con il sostegno non solo della maggioranza ma anche di alcune forze d’opposizione.

• PD e Movimento 5 Stelle:

• PD: Ha sottolineato che la separazione delle carriere è già garantita dalla riforma Cartabia, considerandola non prioritaria rispetto alle urgenze attuali.

• M5S: Ha criticato duramente la proposta, denunciando il rischio di subordinazione della magistratura alla politica.

Criticità e Prospettive

La separazione delle carriere, pur apprezzata da chi auspica maggiore imparzialità, solleva timori legati alla possibile compromissione dell’indipendenza della magistratura, specialmente in un contesto in cui la funzione disciplinare sarà esterna ai Csm. Il dibattito si preannuncia acceso in Aula e nel Paese, con il referendum destinato a diventare uno dei temi centrali del confronto politico dei prossimi anni.

Intervista a Carlo Nordio dell’Avv. Bonanni Saraceno

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STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
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