BALNEARI E INDENNIZZO CONCESSIONI: LA SOLUZIONE RISIEDE NELLA NORMA UNI 11729:2018

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La questione delle concessioni balneari in Italia è diventata un tema di crescente importanza a causa del contrasto tra la normativa nazionale e quella europea. La situazione attuale è il risultato di una sorta di tregua instabile, dove le leggi italiane hanno prorogato le concessioni balneari fino al 31 dicembre 2025, nonostante la contrarietà delle norme europee, come stabilito dalle sentenze n. 17 e 18/2021 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.

L’approccio italiano di estendere le concessioni esistenti senza una chiara definizione dei criteri per l’assegnazione delle nuove concessioni è destinato a cambiare. Le concessioni situate in aree limitate e quelle di interesse transfrontaliero sono ormai scadute, e le nuove concessioni dovranno essere assegnate attraverso procedure di selezione che rispettino i principi di trasparenza e non discriminazione.

Principi Chiave per le Future Concessioni:

  1. Trasparenza: Le concessioni balneari devono essere assegnate tramite processi aperti e concorrenziali, con una pubblicità adeguata che garantisca l’accesso anche ai potenziali concessionari provenienti da altri Paesi dell’UE. La sfida sarà stabilire un livello di pubblicità che tuteli gli interessi sia delle piccole che delle grandi concessioni.
  2. Non Discriminazione: Ogni concessione deve avere una durata limitata e non prevedere il rinnovo automatico o vantaggi per il concessionario uscente. Un elemento critico in questo contesto è la valutazione della legittimità del pagamento di un indennizzo al concessionario uscente per gli investimenti non ammortizzati.
  3. Indennizzo al Concessionario Uscente: Secondo la Legge n. 118/2022, l’indennizzo non deve essere corrisposto dall’autorità concedente, ma dal promotore selezionato alla fine della procedura di selezione. Inoltre, l’importo dell’indennizzo dovrebbe essere determinato dall’autorità concedente durante la definizione dei criteri di selezione, evitando negoziazioni postume tra le parti coinvolte.

Valutazione Economica delle Imprese Balneari:

La valutazione delle imprese balneari è cruciale sia per motivi giuridici che economici, poiché influisce su operazioni finanziarie, strategie aziendali, e transazioni come cessioni o fusioni. Il rischio principale è che l’avviamento commerciale possa essere sottovalutato se si utilizzano solo criteri ragionieristici, senza considerare il valore reale del marchio e degli investimenti generazionali.

Norma UNI 11729:2018:

Questa norma fornisce una metodologia standardizzata per la valutazione delle imprese balneari, assicurando trasparenza e oggettività nel processo. La norma è stata sviluppata con il contributo di esperti e rappresentanti del settore, ed è conforme agli standard nazionali e internazionali. È concepita per essere applicata in vari contesti economici, facilitando la determinazione del valore di mercato per finanziamenti, transazioni economiche e procedimenti legali.

La norma UNI 11729:2018 rappresenta, quindi, una best practice per una valutazione precisa e oggettiva delle imprese balneari, promuovendo trasparenza e affidabilità nel settore e riducendo la possibilità di contenziosi.

In sintesi, il futuro delle concessioni balneari in Italia sarà caratterizzato da una maggiore attenzione ai principi di trasparenza e non discriminazione, con un ruolo centrale della norma UNI 11729:2018 nella valutazione economica delle imprese coinvolte.

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MATTARELLA HA PROMULGATO LA LEGGE IN CUI È STATO CONVERTITO IL DECRETO CARCERI

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La legge era stato approvata in via definitiva dalla Camera il 10 luglio

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il disegno di legge presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che tra le varie misure prevede l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Il via libera è arrivato proprio nell’ultimo giorno utile, in quanto il voto della Camera risaliva al 10 luglio e il Presidente della Repubblica aveva un mese di tempo per valutare i testi.

Nonostante l’approvazione, la riforma ha sollevato alcune criticità, tanto che il governo ha dovuto intervenire con il decreto carceri per introdurre un nuovo reato, il “peculato per distrazione”, al fine di colmare una lacuna creata dall’abolizione dell’abuso d’ufficio. Questo nuovo reato è stato inserito per evitare che comportamenti illeciti, prima coperti dall’abuso d’ufficio, restassero impuniti.

Il decreto carceri è stato recentemente convertito in legge dal Parlamento, e il Presidente della Repubblica ha promulgato anche questo provvedimento. È probabile che ci fosse la necessità di coordinare l’entrata in vigore delle due leggi, per assicurare una coerenza normativa e per evitare vuoti di tutela giuridica durante la transizione tra l’abolizione dell’abuso d’ufficio e l’introduzione del nuovo reato di peculato per distrazione.

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RISARCIMENTO DANNO NON PATRIMONIALE: IL COSTO AUMENTA DEL 16% A CAUSA DELL’INFLAZIONE

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L’adeguamento delle tabelle di liquidazione del danno alla salute approvato dal Tribunale di Milano il 5 giugno 2024, che ha rivalutato i risarcimenti del 16,22%, rappresenta un passaggio significativo per il sistema risarcitorio italiano, in un contesto di forte inflazione. Questo adeguamento risponde all’analogo intervento del Tribunale di Roma (+15,8%) ed è stato atteso da tempo, dato che l’ultimo aggiornamento delle tabelle milanesi risaliva al 2021.

L’incremento dei valori risarcibili avrà un impatto economico rilevante, sia sul sistema assicurativo sia sulla collettività, poiché comporterà un aumento dei premi assicurativi e dei costi risarcitori per coloro che non dispongono di coperture assicurative. Il valore del singolo punto base per il danno biologico e morale è salito di 250 euro, e il risarcimento giornaliero per malattia temporanea è aumentato da 99 a 115 euro. Anche le tabelle relative al danno da perdita del rapporto parentale e al danno morale per mancanza di consenso informato sono state incrementate del 16,22%, mentre i danni da diffamazione a mezzo stampa hanno subito un aumento del 17,49%.

Questi adeguamenti sottolineano l’importanza delle tabelle dei Tribunali di Milano e Roma, che, in assenza della Tabella unica nazionale (Tun) prevista dall’articolo 138 del Codice delle Assicurazioni (Cap) ma mai promulgata, svolgono un ruolo cruciale nel sistema risarcitorio italiano. Il ritardo nell’adozione della Tun, attesa da quasi vent’anni e recentemente bloccata da un parere sospeso del Consiglio di Stato, ha creato un vuoto normativo che ha lasciato ai Tribunali un ruolo quasi legislativo.

Questo scenario genera preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema di responsabilità obbligatoriamente assicurata, in quanto l’adeguamento dei risarcimenti non è accompagnato da un corrispondente aumento dei premi assicurativi, che potrebbe portare a rincari futuri per compensare i maggiori costi risarcitori.

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NUOVO TABELLARIO TRIBUNALE MILANO

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