IURE PROPRIO RICONOSCIUTO ANCHE SENZA ESPLICITA DOMANDA (CASS. ORD. N. 30862/2024)

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L’ordinanza n. 30862/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarimento in merito al riconoscimento del danno subito dai genitori di una vittima di errore medico (iure proprio), anche in assenza di una specifica domanda risarcitoria esplicitamente formulata negli atti.

Il principio di diritto

La Corte ha stabilito che, in materia di danni non patrimoniali, il giudice può riconoscere il risarcimento del danno subito iure proprio dai genitori di una vittima, anche in mancanza di una specifica domanda, purché dall’analisi complessiva degli atti processuali emerga inequivocabilmente la volontà dei genitori di richiedere tale tipo di risarcimento.

Motivazioni della Corte

1. Interpretazione complessiva degli atti:

• La Corte ha affermato che, nell’interpretare la domanda risarcitoria, è necessario adottare un criterio sostanzialistico, valorizzando il contenuto effettivo degli atti e non limitandosi alla loro intestazione o formulazione formale.

• Nel caso in esame, pur non essendo esplicitamente indicata una richiesta di risarcimento iure proprio nell’intestazione dell’atto, il testo evidenziava chiaramente la volontà dei genitori di ottenere il risarcimento per il danno morale subito a causa della sofferenza derivante dalle condizioni di salute del figlio.

2. Prevalenza della sostanza sulla forma:

• La Corte ha sottolineato che il principio di economia processuale e la piena tutela dei diritti delle parti impongono di evitare formalismi eccessivi che potrebbero compromettere l’accesso alla giustizia o il riconoscimento di diritti chiaramente desumibili dagli atti.

3. Esclusione del giudicato interno:

• Nonostante il rigetto della domanda iure proprio in primo grado e la mancata esplicita impugnazione, la Corte d’appello ha ritenuto che la questione fosse comunque dedotta nel giudizio, ricostruendo autonomamente la portata delle richieste risarcitorie.

• La Cassazione ha confermato che, in tali circostanze, non si può ritenere formato un giudicato sul rigetto di tale domanda.

Implicazioni della decisione

• Tutela dei diritti dei genitori: Viene rafforzato il diritto dei genitori di essere risarciti per il danno morale subito a causa delle condizioni di salute del figlio, riconoscendo loro un’autonoma legittimazione ad agire.

• Flessibilità procedurale: Si conferma un approccio sostanzialistico nella valutazione delle domande risarcitorie, evitando che lacune formali pregiudichino la tutela dei diritti.

• Centralità del danno non patrimoniale: La pronuncia ribadisce l’importanza del risarcimento del danno morale come strumento di tutela della dignità e della sofferenza psicologica delle vittime indirette.

Conclusione

L’ordinanza n. 30862/2024 rappresenta un ulteriore passo verso una giustizia più attenta alla sostanza delle pretese risarcitorie, garantendo ai genitori di vittime di errori medici una tutela adeguata, anche in situazioni dove le richieste non siano esplicitate formalmente. Questo approccio bilancia la forma e la sostanza del diritto processuale, ponendo al centro la protezione dei diritti fondamentali.

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Per ulteriori approfondimenti su questo tema o sulle implicazioni pratiche potete contattare:

STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
Piazza Mazzini, 27 – 00195 – Roma 

Cell. +39 3469637341

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DECRETO FLUSSI: ALEA IACTA EST, IL SENATO LO HA CONVERTITO IN LEGGE

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Il decreto flussi è stato convertito in legge dal Senato con voto di fiducia (99 sì, 65 no e un astenuto), nonostante le polemiche sia in Parlamento sia all’esterno. Diverse norme hanno suscitato critiche da parte delle opposizioni e delle organizzazioni non governative, che ne denunciano un approccio restrittivo e punitivo.

Punti principali del decreto

1. Quote di ingresso aggiornate

• Per il 2025 sono previsti fino a 10.000 nulla osta al lavoro al di fuori delle quote ordinarie per colf e badanti.

• Le quote per i lavoratori stagionali nei settori agricolo e turistico-alberghiero vengono aumentate a 110.000 unità, di cui 47.000 riservate al settore agricolo.

2. Introduzione del “click day”

Viene istituito un sistema di prenotazione online per le richieste di ingresso, differenziato per tipologia di lavoratori.

3. Esercizio temporaneo di professioni sanitarie

Fino al 2027, gli stranieri possono continuare a esercitare temporaneamente professioni sanitarie e di operatore socio-sanitario senza il riconoscimento delle qualifiche conseguite all’estero.

Restrizioni e criticità

1. Ricongiungimenti familiari

• È richiesto un soggiorno legale di almeno due anni per i cittadini stranieri che intendono ricongiungersi con familiari.

• L’alloggio deve rispettare standard di superficie, requisiti igienico-sanitari e numero massimo di occupanti.

2. Termine ridotto per le Ong

Il tempo per impugnare davanti al prefetto un fermo amministrativo di una nave Ong passa da 60 a 10 giorni. Ridotti anche i termini per contestare il diniego di protezione internazionale.

3. Respingimenti accelerati

• Si estendono le possibilità di respingimento con accompagnamento alla frontiera, incluse le operazioni di soccorso in mare.

• Viene introdotto l’obbligo di accesso ai telefoni cellulari dei migranti per facilitarne l’identificazione.

Le critiche del CSM

Il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso un parere fortemente critico sul trasferimento delle competenze in materia di trattenimenti dai Tribunali alle Corti d’appello. Secondo il CSM:

• La modifica compromette la specializzazione dei giudici.

• Le Corti d’appello non sono strutturate per gestire procedure che, finora, hanno dimostrato adeguata efficienza nelle sezioni specializzate.

• Questa riorganizzazione richiederà una revisione complessiva delle competenze delle sezioni penali delle Corti d’appello.

Contesto politico

Il Partito Democratico accusa il governo di criminalizzare gli stranieri, mentre le Ong sottolineano l’inasprimento delle norme contro le operazioni di salvataggio. L’opposizione denuncia che le nuove regole restringono i diritti dei migranti e dei richiedenti protezione, inasprendo ulteriormente un sistema già complesso e poco inclusivo.

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