DIRITTO AMBIENTALE: DECRETO-LEGGE 116/2025 STABILISCE NUOVE SANZIONI PENALI PER I REATI AMBIENTALI

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Decreto-legge 116/2025: nuove sanzioni penali per i reati ambientali

Il decreto-legge 116/2025, in vigore dal 9 agosto e attualmente all’esame del Senato, segna un passaggio cruciale nella lotta ai reati ambientali in materia di rifiuti.
L’intervento normativo si inserisce nel solco della condanna inflitta all’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) il 30 gennaio 2025 per le gravi violazioni ambientali registrate nella Terra dei fuochi.

Obiettivi del decreto-legge 116/2025

Secondo la relazione illustrativa, le nuove disposizioni rappresentano una componente essenziale del Piano d’azione da presentare al Consiglio d’Europa per prevenire e reprimere le condotte illecite legate al ciclo dei rifiuti.
L’approccio è chiaramente improntato a un rafforzamento del diritto penale ambientale, con pene più severe e nuovi strumenti investigativi.


Abbandono di rifiuti: contravvenzione e delitto

Abbandono di rifiuti non pericolosi

  • Contravvenzione: ammenda da 1.500 a 18.000 euro.
  • Per titolari di imprese o enti: arresto da 6 mesi a 2 anni o ammenda da 3.000 a 27.000 euro.
  • Se commesso con veicoli: sospensione patente da 1 a 4 mesi.

Abbandono di mozziconi e rifiuti di piccole dimensioni

  • Sanzione amministrativa da 80 a 320 euro.
  • Contestazione possibile tramite sistemi di videosorveglianza.

Quando diventa delitto

  • Reclusione da 6 mesi a 5 anni se l’abbandono comporta pericolo per salute, ambiente o ecosistemi.
  • Pena aggravata per titolari di imprese: fino a 5 anni e 6 mesi, con sospensione patente fino a 6 mesi.

Abbandono di rifiuti pericolosi

  • Sempre delitto: reclusione da 1 a 5 anni.
  • Nei casi aggravati: fino a 6 anni e 6 mesi.

Gestione abusiva, discariche e spedizioni illegali

Il decreto trasforma in delitti alcune delle principali condotte illecite in materia ambientale:

  • Gestione non autorizzata di rifiuti:
    • Non pericolosi → 6 mesi – 3 anni.
    • Pericolosi → 1 – 5 anni.
    • Nei casi aggravati, fino a 6 anni e 6 mesi.
  • Discarica non autorizzata:
    • 1 – 5 anni.
    • Se destinata a rifiuti pericolosi → fino a 5 anni e 6 mesi.
    • Nei casi aggravati → fino a 7 anni.
    • Prevista la confisca dell’area oltre alla bonifica.
  • Spedizione illegale di rifiuti:
    • 1 – 5 anni, con aumento fino a un terzo per i rifiuti pericolosi.

Anche in queste ipotesi: sospensione patente e confisca dei veicoli usati per commettere il reato.


Combustione illecita di rifiuti

Un focus centrale riguarda i roghi di rifiuti, piaga storica della Terra dei fuochi:

  • Rifiuti non pericolosi → reclusione da 3 a 6 anni.
  • Rifiuti pericolosi → reclusione da 3 anni e 6 mesi a 7 anni.
  • In caso di incendio → aumento della pena fino alla metà.

Le pene aumentano di un terzo se i reati sono commessi nell’ambito di attività di impresa o comunque organizzate.


Ostatività e nuovi strumenti di indagine

Il decreto introduce importanti novità processuali:

  • I nuovi delitti ambientali sono ostativi alla non punibilità per particolare tenuità del fatto.
  • Si estendono le misure investigative già previste per altri reati gravi:
    • arresto in flagranza differita,
    • operazioni sotto copertura.

Conclusioni

Il decreto-legge 116/2025 rappresenta una riforma organica del diritto penale ambientale, volta a rafforzare la tutela della salute e dell’ambiente attraverso un approccio repressivo più incisivo.
Se da un lato risponde a obblighi sovranazionali e a pressioni interne, dall’altro apre un dibattito sulla necessità di bilanciare la funzione punitiva con politiche di prevenzione e gestione sostenibile dei rifiuti.


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