PENALE: LE SEZIONI UNITE DELLA CASSAZIONE CONFERMANO CHE IL REATO DI EPIDEMIA COLPOSA PUO’ ESSERE REALIZZATO ANCHE CON UNA CONDOTTA OMISSIVA (ART. 40 C.P.)

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Sentenza Cassazione – Sezioni Unite Penali, n. 27515/2025 (28 luglio 2025)

Contesto e questione di diritto

La Quarta Sezione Penale della Cassazione aveva sollevato una questione nomofilattica di rilievo: se il delitto di epidemia colposa (artt. 438 e 452 c.p.) possa essere realizzato anche mediante una condotta omissiva, ossia per mancato impedimento dell’evento. La questione è stata deferita alle Sezioni Unite Penali, che si sono pronunciate nella sentenza depositata il 28 luglio 2025 Giurisprudenza penalesistemapenale.itIl Foro Italiano.


Decisione: sì all’epidemia omissiva

Le Sezioni Unite hanno risposto affer­mativamente, stabilendo che il reato di epidemia colposa può integrarsi anche attraverso omissione, purché sussistano:

  1. Una posizione di garanzia da parte dell’agente, con obbligo giuridico di intervenire per impedire la diffusione dell’evento;
  2. Il nesso causale tra omissione e l’insorgenza dell’epidemia, accertato secondo i criteri della causalità generale (es. elevata probabilità logica) Giurisprudenza penalesistemapenale.itIl Foro Italiano.

Motivazioni della Corte

  1. Natura del reato: L’art. 438 c.p. prevede come reato il “cagionare un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni”. Le Sezioni Unite hanno chiarito che la diffusione non è una condotta attiva vincolante, ma piuttosto una specificazione dell’evento. Il reato è dunque causalmente orientato a forma libera, e come tale convertibile in forma omissiva sistemapenale.itMister LexIl Foro Italiano.
  2. Superamento degli orientamenti precedenti: Precedenti sentenze (es. “Giacomelli” del 2017 o “La Rosa” del 2020) avevano negato la configurabilità omissiva, ritenendo il reato a forma vincolata. Le Sezioni Unite invece hanno superato queste letture restrittive sistemapenale.itMister Lex.
  3. Tutela della salute pubblica: In un contesto socio-sanitario attuale (es. gestione del COVID-19), l’omissione colposa nella gestione del rischio sanitario è più pertinente come fattore di epidemia rispetto a condotte attive di diffusione. Pertanto, l’esclusione dell’ipotesi omissiva avrebbe reso la tutela penale inefficace sistemapenale.itMister Lex.
  4. Vincoli interpretativi: I lavori preparatori del Codice Rocco non vincolano l’interpretazione. Inoltre, distinguere tra “diffusione” e “contagio” non impedisce di comprendere quest’ultimo nel primo, coerentemente col sistema emergenziale del COVID-19 sistemapenale.itMister Lex.

Conseguenze pratiche e margini di applicazione

  • Riapertura di procedimenti: La sentenza può consentire la riapertura di casi precedentemente archiviati, dove siano emerse omissioni da parte di autorità sanitarie o dirigenti Noi Radiomobile™.
  • Non riguarda comportamenti di cittadini comuni: Non si configura il reato per chi, ad esempio, rifiuta un tampone o viola la quarantena senza ruolo di garanzia. Serve una posizione di garanzia e nesso causale chiaramente dimostrato L’INDIPENDENTE.
  • Onere probatorio elevato: È cruciale provare che l’omissione avrebbe effettivamente impedito l’epidemia, seguendo standard stringenti di causalità (sentenza Franzese, n. 27/2002) sistemapenale.itMister Lex.

Riepilogo sintetico

AspettoContenuto principale
QuesitoEpidemia colposa integrabile anche per omissione?
Decisione delle Sezioni Unite, se sussistono garanzia giuridica e nesso causale.
Interpretazione del reatoReato causalmente orientato, non esclusivamente attivo.
Ruolo del contesto COVIDL’omissione rilevante nell’attuale contesto sanitario.
Limiti applicativiSolo soggetti con obbligo di intervento, non cittadini generici.
Standard probatorioAlto grado probatorio secondo la sentenza Franzese.

La sentenza n. 27515 del 28 luglio 2025 delle Sezioni Unite Penali della Cassazione costituisce un’importante svolta: il reato di epidemia colposa può configurarsi anche per omissione, con tutte le condizioni di posizione di garanzia e di nesso causale comprovato. L’equilibrio resta delicato: il principio di protezione della salute pubblica deve conciliarsi con la tassatività della norma e l’onere di una prova rigorosa.

Il delitto di epidemia omissiva: profili giuridici, posizione di garanzia e responsabilità penale

Il reato di epidemia è uno dei più gravi previsti dal nostro ordinamento, in quanto tutela un bene di rango costituzionale e collettivo: la salute pubblica (art. 32 Cost.). Esso può configurarsi non solo attraverso una condotta commissiva, ma anche in forma omissiva, quando il soggetto titolare di un obbligo giuridico di impedire l’evento si astiene, con negligenza, imprudenza o imperizia, dal porre in essere le azioni necessarie a prevenire la diffusione del contagio.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, forte di una consolidata esperienza in materia di responsabilità penale sanitaria, epidemiologica e ambientale, offre un’analisi approfondita su questo delicato tema, particolarmente rilevante alla luce delle emergenze sanitarie degli ultimi anni.


1. La configurabilità dell’epidemia omissiva

L’art. 438 c.p. punisce chiunque cagioni un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni. Tuttavia, l’applicazione combinata con l’art. 40, comma 2, c.p. (“non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo”) consente di estendere la rilevanza penale anche a condotte omissive.

Perché il reato sia configurabile:

  • deve sussistere un obbligo giuridico di impedire l’evento, derivante da una posizione di garanzia (es. dirigenti sanitari, responsabili di strutture ospedaliere, autorità pubbliche);
  • occorre accertare il nesso causale tra l’omissione e il verificarsi dell’epidemia, da valutarsi attraverso una legge scientifica di copertura che consenta di attribuire alla mancata azione la concreta idoneità a determinare il fenomeno epidemico.

2. Posizione di garanzia e obblighi di attivazione

La posizione di garanzia è il fulcro della responsabilità omissiva. Essa può discendere da:

  • norme di legge (es. doveri delle autorità sanitarie);
  • regolamenti o ordini amministrativi;
  • contratti o incarichi professionali che impongono specifici obblighi di protezione o controllo.

Ne deriva che dirigenti sanitari, medici responsabili di reparti infettivi, funzionari pubblici e gestori di strutture con obblighi di sicurezza possono essere chiamati a rispondere penalmente in caso di omissioni che abbiano concorso alla diffusione incontrollata di un agente patogeno.


3. L’elemento causale e la distinzione con i reati lesivi individuali

L’epidemia, a differenza dei reati che riguardano la sola salute individuale, presenta una caratteristica essenziale:

  • il fenomeno deve essere rapido, massivo e incontrollabile, tale da minacciare la collettività.

La giurisprudenza richiede la dimostrazione, secondo i principi della causalità generale, che l’omissione sia stata condizione necessaria o concausa determinante della propagazione epidemica.


4. La competenza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno si distingue per la sua capacità di affrontare casi complessi legati al reato di epidemia, anche nella sua forma omissiva. In particolare:

  • offre consulenza e difesa penale a dirigenti, medici e funzionari coinvolti in procedimenti per responsabilità connessa a epidemie o emergenze sanitarie;
  • svolge perizie tecniche integrate con il supporto di esperti epidemiologi e medici legali per valutare il nesso causale secondo criteri scientifici;
  • assiste enti pubblici e strutture sanitarie nella predisposizione di modelli organizzativi e protocolli di sicurezza volti a prevenire rischi di responsabilità penale.

Conclusioni

Il tema dell’epidemia omissiva evidenzia l’importanza di una rigorosa applicazione dei principi di causalità e della responsabilità penale omissiva. La tutela della salute pubblica, in situazioni di emergenza, richiede una risposta giuridica che sappia contemperare la necessità di accertamento delle responsabilità con la complessità dei fenomeni scientifici in gioco.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, con la sua specializzazione in diritto penale sanitario ed epidemiologico, rappresenta un punto di riferimento per affrontare con competenza, rigore scientifico e visione strategica i procedimenti penali legati alla diffusione epidemica.

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Per ulteriori approfondimenti su questo tema o sulle relative implicazioni pratiche potete contattare:

STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
Piazza Giuseppe Mazzini, 27 – 00195 – Roma

Tel+39 0673000227

Cell. +39 3469637341

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@: info@versoilfuturo.org

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AMIANTO: LA CORTE D’APPELLO DI ROMA RICONOSCE MAGGIORAZIONI CONTRIBUTIVE A EX OPERAIA DELLA VIDEOCOLOR DI ANAGNI

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Videocolor di Anagni


Giustizia per le vittime di amianto: la Corte d’Appello di Roma riconosce maggiorazioni contributive ad ex operaia della Videocolor di Anagni


Il caso: trent’anni di esposizione inconsapevole all’amianto

M.R., ex operaia della storica Videocolor di Anagni (già Vdc Technologies Spa), ha trascorso quasi trent’anni a contatto diretto con l’amianto senza saperlo. Oggi, a 56 anni, è affetta da una grave pneumopatia interstiziale riconosciuta come malattia professionale asbesto-correlata.

Il primo riconoscimento è arrivato dal Tribunale di Frosinone, che ha condannato l’INAIL a indennizzarla per il danno biologico. Successivamente, la Corte d’Appello di Roma ha esteso la tutela, imponendo all’INPS di riconoscere le maggiorazioni contributive per il periodo di esposizione (1979-2006) e di ricostituire integralmente la posizione assicurativa della lavoratrice.

L’operaia, già in pensione dal 2011, riceverà circa 20.000 euro di arretrati e un incremento mensile della pensione pari a 500 euro.


Il contesto giuridico: malattie professionali e diritti previdenziali

La vicenda rientra nell’ambito delle tutele riconosciute dalla normativa italiana in materia di amianto, che prevede:

  • Indennizzo INAIL (ex art. 13 D.lgs. 38/2000) per il danno biologico da malattia professionale;
  • Benefici previdenziali amianto (art. 13, comma 8, L. 257/1992) con la maggiorazione contributiva 1,5 per ogni anno di esposizione, utile al pensionamento anticipato o all’aumento dell’assegno pensionistico;
  • Riconoscimento giudiziale dei diritti in caso di diniego amministrativo da parte di INPS o INAIL.

Il caso dimostra come i lavoratori esposti all’amianto possano non solo ottenere il riconoscimento della malattia professionale, ma anche una tutela previdenziale rafforzata.


L’importanza della prova dell’esposizione

Elemento centrale nei giudizi di questo tipo è la prova della concreta esposizione ad amianto. Nel caso Videocolor, le perizie tecniche hanno evidenziato che:

  • i macchinari, i forni per i cinescopi, le vasche e i ventilatori erano rivestiti di pannelli contenenti amianto;
  • l’attività lavorativa nei reparti pedana, sala maschere e vuoto rendeva l’esposizione inevitabile;
  • i sintomi clinici (dispnea, tosse cronica, insufficienza respiratoria) e la diagnosi specialistica hanno confermato la natura professionale della patologia.

Questa ricostruzione probatoria ha permesso di affermare il nesso causale tra attività lavorativa ed insorgenza della malattia.


La competenza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno ha maturato una pluriennale esperienza nella tutela delle vittime di esposizione ad amianto, assistendo lavoratori e familiari nei giudizi contro INAIL, INPS e datori di lavoro.

Grazie a un approccio interdisciplinare, che unisce analisi giuridica, perizie medico-legali e indagini tecniche ambientali, lo Studio è in grado di:

  • ottenere il riconoscimento delle malattie professionali da amianto presso l’INAIL;
  • assicurare benefici previdenziali e maggiorazioni contributive presso l’INPS;
  • promuovere azioni risarcitorie contro i datori di lavoro per la responsabilità civile derivante da omessa protezione dei dipendenti.

Il caso Videocolor di Anagni conferma come la difesa tecnica mirata possa tradursi in risultati concreti: riconoscimento della malattia, adeguamento pensionistico e ristoro economico.


Conclusioni

La recente sentenza della Corte d’Appello di Roma non rappresenta solo un importante successo individuale per M.R., ma costituisce un precedente significativo per tutti gli ex lavoratori della Videocolor e, più in generale, per le vittime di esposizione ad amianto in Italia.

In un contesto in cui l’amianto continua a mietere vittime, la tutela legale specializzata si rivela essenziale per ottenere giustizia.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, con la sua competenza in diritto del lavoro, previdenziale e risarcitorio, si conferma un punto di riferimento per chiunque voglia far valere i propri diritti contro l’inerzia delle istituzioni e le omissioni dei datori di lavoro.

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SOCIETARIO: DIRIMENTE PRONUNCIA DELLA CASSAZIONE SULLA RESPONSABILITÀ DEI SINDACI NELLE SOCIETÀ

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Responsabilità dei sindaci nelle società: analisi della Cassazione n. 24004/2025

La responsabilità dei sindaci nelle società di capitali rappresenta uno dei temi più delicati nel diritto societario, soprattutto in relazione ai profili di vigilanza e controllo. La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 24004/2025 ha ribadito un principio consolidato ma di estrema attualità: perché si configuri la responsabilità del collegio sindacale è necessario accertare tutti gli elementi costitutivi, ossia:

  1. Inerzia o omissione nello svolgimento dei doveri di vigilanza e controllo;
  2. Nesso causale tra tale inerzia e il danno subito dalla società, dai soci o dai creditori;
  3. Prova che il corretto esercizio delle funzioni di controllo avrebbe potuto impedire o limitare il pregiudizio.

Il principio affermato dalla Cassazione n. 24004/2025

La Suprema Corte ha chiarito che la responsabilità dei sindaci non può essere affermata in modo automatico o presuntivo. È necessaria una valutazione concreta e rigorosa:

  • non basta dimostrare che l’amministratore abbia commesso un illecito;
  • è invece fondamentale provare che i sindaci, se avessero adempiuto ai propri doveri (es. richiedere informazioni, convocare l’assemblea, denunciare irregolarità), avrebbero avuto la possibilità di prevenire o attenuare il danno.

La pronuncia si pone dunque nel solco di una giurisprudenza che tutela il ruolo dei sindaci come organo di garanzia e al contempo richiama la loro responsabilità per condotte di vigilanza inadeguate.


Responsabilità dei sindaci: profili civilistici e giurisprudenziali

Il tema è disciplinato dagli artt. 2407 e 2409 c.c., i quali attribuiscono ai sindaci un obbligo di diligenza qualificata e la responsabilità solidale con gli amministratori in caso di danno derivante da omessa o insufficiente vigilanza.

La giurisprudenza ha più volte affermato che i sindaci non possono limitarsi a un ruolo passivo o meramente notarile, ma devono esercitare un controllo effettivo e penetrante, soprattutto nei casi di:

  • gravi irregolarità gestionali,
  • omessa tenuta delle scritture contabili,
  • situazioni di crisi aziendale.

La Cassazione n. 24004/2025 rafforza questo indirizzo, evidenziando che l’omissione dei sindaci può determinare responsabilità solo se si dimostra l’esistenza del nesso causale concreto.


Implicazioni pratiche per le società e i professionisti

Per le imprese, la pronuncia comporta una maggiore attenzione nella scelta dei sindaci e nella definizione delle procedure di controllo interno.
Per i professionisti, in particolare avvocati e consulenti societari, essa rappresenta un punto fermo nell’impostazione delle strategie difensive e nelle azioni di responsabilità verso organi di controllo.


La competenza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno vanta una consolidata esperienza in diritto societario e nelle azioni di responsabilità degli organi sociali, sia dal lato difensivo dei sindaci e degli amministratori, sia nella tutela di soci e creditori che abbiano subito un danno.

La capacità dello Studio di integrare:

  • analisi normativa e giurisprudenziale,
  • approfondimento scientifico,
  • strategie processuali mirate,

rende l’approccio legale particolarmente efficace nei casi in cui occorra dimostrare o contestare il nesso causale tra l’omissione sindacale e il danno, come richiesto dall’arresto della Cassazione n. 24004/2025.


Conclusioni

L’ordinanza della Cass. n. 24004/2025 conferma che la responsabilità dei sindaci non è una responsabilità “oggettiva”, ma presuppone una rigorosa prova dell’inerzia e del nesso causale.
Per questo motivo, è essenziale affidarsi a professionisti specializzati in diritto societario, capaci di affrontare contenziosi complessi e di prevenire rischi attraverso una consulenza mirata.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, grazie alla sua esperienza scientifica e pratica, rappresenta un punto di riferimento qualificato per imprese, sindaci e amministratori che si trovino coinvolti in simili controversie.


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Foto

Cass. Civ., ordinanza n. 24004/2025 integrale, in formato pdf:

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PENALE: LA CASS. SI PRONUNCIA SUL CONFINE TRA IL REATO DI VILIPENDIO DELLA REPUBBLICA E IL DIRITTO DI CRITICA

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Art. 290 c.p.

Vilipendio della Repubblica e diritto di critica: analisi della Cassazione n. 29723

Il reato di vilipendio alla Repubblica, alle istituzioni costituzionali e agli emblemi dello Stato continua a rappresentare uno dei temi più delicati nell’equilibrio tra libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e tutela del prestigio e dell’onore dello Stato. La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 29723 ha offerto importanti chiarimenti sui limiti entro cui può muoversi la critica politica, distinguendola dalle condotte che integrano vilipendio.


Il quadro normativo: l’art. 290 c.p. e i reati contro la personalità dello Stato

L’art. 290 c.p. punisce chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le istituzioni costituzionali, le Forze armate o la Nazione, nonché la bandiera e gli altri simboli dello Stato.
La ratio della norma è evidente: garantire il rispetto e il prestigio delle istituzioni che incarnano l’unità nazionale, evitando che vengano compromessi da espressioni offensive, grossolane o degradanti.

Tuttavia, la norma si confronta inevitabilmente con l’art. 21 Cost., che tutela il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Da qui nasce un conflitto interpretativo: fino a che punto la critica politica è lecita, e quando invece si trasforma in vilipendio?


La Cassazione n. 29723: il discrimine tra critica e vilipendio

Con la sentenza n. 29723, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio già emerso in altre pronunce, ma qui formulato con particolare chiarezza:

Esulano dall’esercizio del diritto di critica politica le espressioni di ingiuria e di disprezzo prive di un collegamento con un giudizio obiettivo.

Secondo la Suprema Corte, dunque, non tutte le espressioni aspre, sferzanti o persino provocatorie integrano automaticamente vilipendio. Il confine è segnato dal collegamento con un contenuto critico riconoscibile, che pur nella durezza del linguaggio esprima un’opinione politica.
Al contrario, frasi “grossolane e brutali”, prive di argomentazione e connotate da mero disprezzo verso la Repubblica o i suoi simboli, costituiscono vilipendio penalmente rilevante.


Libertà di critica vs. offesa gratuita: il punto d’equilibrio

Il problema sollevato dalla sentenza si colloca in un terreno sensibile:

  • Da un lato, la democrazia pluralista richiede un ampio spazio per la libertà di opinione, compresa la critica severa verso lo Stato e i suoi organi.
  • Dall’altro, la dignità delle istituzioni non può essere annientata attraverso insulti volgari che nulla hanno a che vedere con il dibattito politico.

La Cassazione, con n. 29723, riafferma dunque che il diritto di critica non legittima l’insulto: la critica deve mantenere un minimo di razionalità e di connessione con i fatti, pena la trasformazione in vilipendio.


Profili comparatistici e giurisprudenza CEDU

Non va dimenticato che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte sottolineato l’importanza della libertà di espressione nel dibattito politico (art. 10 CEDU), anche quando il linguaggio usato risulta offensivo o disturbante. Tuttavia, la CEDU ammette restrizioni quando le espressioni si riducono a mera denigrazione priva di valore politico.
In questa prospettiva, la Cassazione italiana sembra collocarsi in una linea interpretativa che cerca di armonizzare l’art. 290 c.p. con l’art. 21 Cost. e con l’art. 10 CEDU.


L’esperienza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno vanta una solida esperienza nel campo del diritto penale costituzionale, con particolare attenzione ai reati che incidono sul rapporto tra libertà fondamentali e tutela dello Stato.
L’analisi di casi come quello affrontato dalla Cassazione n. 29723 richiede competenze specifiche:

  • capacità di interpretare le norme penali in chiave costituzionale;
  • conoscenza della giurisprudenza europea (CEDU);
  • padronanza delle tecniche difensive atte a bilanciare libertà di espressione e limiti legali.

Grazie a tali competenze, lo Studio è in grado di assistere con professionalità in procedimenti che riguardano il vilipendio alla Repubblica, agli organi costituzionali e ai simboli dello Stato, garantendo un approccio scientifico e difensivo al tempo stesso.


Conclusioni

La Cassazione n. 29723 riafferma un principio essenziale: la critica politica è protetta, ma non può degenerare in insulto gratuito e disprezzo cieco.
Per cittadini, giornalisti, attivisti e soggetti coinvolti in procedimenti di questo tipo, la difesa passa attraverso una corretta qualificazione delle espressioni utilizzate, distinguendo la critica (anche dura) dal vilipendio.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno rappresenta un punto di riferimento per chi intenda affrontare queste delicate questioni, con un approccio scientifico, attento ai diritti fondamentali e radicato nella migliore tradizione del diritto penale costituzionale.

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Corte di Cassazione, Sez. Pen., sentenza n. 29723 integrale, in formato pdf:

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Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
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TRIBUTARIO: PER LA CASS. LA MANCATA PRODUZIONE IN GIUDIZIO DEL PVC NON È DIRIMENTE PER L’INADEMPIMENTO DELL’ONERE PROBATORIO

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PVC

In questo contesto complesso, lo Studio Legale Bonanni Saraceno si conferma un punto di riferimento qualificato per la consulenza e la difesa tributaria, capace di orientare contribuenti e imprese attraverso l’interpretazione evolutiva della giurisprudenza di legittimità.

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Corte di Cassazione, Sez. Civ., ordinanza n. 23831/2025 integrale, in formato pdf:

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AMIANTO: LA CASS. SEZ. LAV. STABILISCE QUALE CONDOTTA DEL LAVORATORE INCIDE SUL QUANTUM DEL RISARCIMENTO (EX ART. 1227 C.C.)

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La Cassazione, Sez. Lav., 24 ottobre 2024, n. 27572, stabilisce che l’abuso tabagico del lavoratore incide sul quantum del risarcimento per morte da esposizione ad amianto. Lo Studio Legale Bonanni Saraceno possiede l’esperienza necessaria per affrontare casi complessi di responsabilità civile e diritto del lavoro legati a malattie professionali.


Il principio della Cassazione: concorso di colpa e fumo attivo

La Suprema Corte chiarisce che il concetto di “fatto colposo” nell’art. 1227 c.c. si riferisce a comportamenti oggettivi in contrasto con regole di prudenza, includendo il fumo attivo come atto libero e consapevole.
Ne consegue che il risarcimento del danno va ridotto proporzionalmente all’incidenza del comportamento del lavoratore sul verificarsi dell’evento lesivo.


Responsabilità del datore di lavoro e ruolo del sapere scientifico

L’ordinanza sottolinea che la responsabilità ex art. 2087 c.c. non è automatica: occorre dimostrare il nesso causale tra esposizione ad amianto e malattia.

Il Giudice si affida al sapere scientifico tramite consulenze medico-legali, dati epidemiologici e probabilità qualificata per stabilire la responsabilità. Lo Studio Legale Bonanni Saraceno è esperto nella gestione di queste perizie, garantendo una valutazione critica e fondata della prova scientifica.


Onere della prova: art. 2697 c.c. e malattie multifattoriali

Il risarcimento richiede la prova concreta del nesso causale, specialmente nelle malattie multifattoriali come il carcinoma polmonare. Il Giudice può disattendere il parere del consulente tecnico d’ufficio solo con adeguata motivazione basata su dati oggettivi.

Lo Studio Bonanni Saraceno supporta i clienti nella ricostruzione della catena causale, assicurando l’osservanza dei principi di correttezza e trasparenza processuale.


Responsabilità solidale e successione dei datori di lavoro

L’art. 2055 c.c. disciplina la responsabilità solidale, ma nei casi di amianto è cruciale individuare:

  • Il momento della dose killer;
  • Il soggetto garante durante la fase di induzione della malattia.

Tribunali come il Tribunale di Roma, 10 settembre 2024, n. 8708, evidenziano la necessità di estendere il contraddittorio a tutti i datori di lavoro coinvolti. Lo Studio Bonanni Saraceno ha consolidata esperienza nella gestione di litisconsorzio necessario, identificando correttamente la ripartizione della responsabilità.


Competenza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Bonanni Saraceno rappresenta un punto di riferimento nel diritto del lavoro e della responsabilità civile in materia di amianto, grazie a:

  • Analisi approfondita del nesso causale tra esposizione e malattia;
  • Gestione di concause come fumo e fattori genetici;
  • Individuazione della responsabilità tra più datori di lavoro;
  • Supporto nell’interpretazione del sapere scientifico in sede giuridica.

Con approccio multidisciplinare e rigore scientifico, lo Studio garantisce tutela legale e chiarezza interpretativa nelle controversie più complesse.

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Cassazione, Sez. Lav., 24 ottobre 2024, ordinanza n. 27572 integrale, in formato pdf:


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DIRITTO SOCIETARIO: LA RIDUZIONE NOMINALE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE S.R.L.

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La riduzione nominale del capitale sociale nelle S.r.l.: disciplina, obblighi e strategie operative

Introduzione

Il capitale sociale rappresenta uno degli elementi strutturali fondamentali delle società di capitali, svolgendo la duplice funzione di parametro per la misura della partecipazione dei soci e di garanzia per i creditori sociali.
Nel contesto normativo delineato dal Codice Civile, la disciplina della riduzione del capitale sociale riveste un ruolo centrale, in quanto garantisce che il capitale nominale rifletta la reale consistenza patrimoniale della società, tutelando al contempo soci, creditori e terzi.

In questo articolo analizziamo la riduzione nominale del capitale nelle S.r.l., distinguendo tra le ipotesi facoltative e obbligatorie, con un confronto sistematico rispetto alle S.p.A. e cenni alle peculiarità delle S.r.l. PMI e delle S.r.l. semplificate.
Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, forte di una consolidata esperienza nel diritto societario, è in grado di assistere imprese e soci nelle delicate operazioni di riequilibrio patrimoniale, predisponendo soluzioni giuridicamente solide e strategicamente funzionali.


La perdita di capitale: nozione economica e giuridica

Per comprendere la ratio della disciplina occorre distinguere tra:

  • perdita economica: la differenza negativa tra costi e ricavi che emerge dal conto economico;
  • perdita giuridica: la perdita che, dopo aver eroso le riserve patrimoniali accantonate, incide direttamente sul capitale sociale, rendendo applicabili gli artt. 2482-bis e 2482-ter c.c.

Solo la perdita giuridica, cioè quella idonea a ridurre il capitale sociale, rileva ai fini della riduzione nominale.


La riduzione facoltativa del capitale sociale nelle S.r.l.

La riduzione facoltativa si configura quando i soci deliberano una diminuzione del capitale pur in assenza di obblighi derivanti da perdite rilevanti.
Si tratta di un’operazione discrezionale, volta ad adeguare il capitale alla reale consistenza patrimoniale o a perseguire esigenze finanziarie specifiche.

  • Procedura: l’assemblea dei soci può deliberare la riduzione con le maggioranze previste dallo statuto;
  • Effetti: la società continua ad operare regolarmente, senza che vi siano obblighi stringenti di intervento immediato.

La riduzione obbligatoria del capitale sociale nelle S.r.l.

La riduzione diventa obbligatoria nei seguenti casi:

  1. Perdite superiori ad un terzo del capitale sociale (art. 2482-bis c.c.);
  2. Capitale ridotto al di sotto del minimo legale (art. 2482-ter c.c.).

Gli amministratori hanno l’obbligo di convocare senza indugio l’assemblea, presentando una relazione sulla situazione patrimoniale, eventualmente accompagnata dalle osservazioni dell’organo di controllo (se presente ex art. 2477 c.c.).

Se le perdite non vengono riassorbite entro l’esercizio successivo, l’assemblea deve procedere alla riduzione proporzionale del capitale o deliberare l’aumento per riportarlo almeno al minimo legale, pena lo scioglimento della società.


Confronto tra S.r.l. e S.p.A.

La disciplina delle riduzioni di capitale nelle S.r.l. ricalca quella prevista per le S.p.A. (artt. 2446 e 2447 c.c.), ma presenta alcune differenze sostanziali:

AspettoS.r.l.S.p.A.
Organi coinvoltiAmministratori (senza obbligo di collegio sindacale salvo art. 2477 c.c.)Obbligo di collegio sindacale e revisore
Flessibilità statutariaElevata, con possibilità di soluzioni personalizzateMinore, disciplina più formalizzata
ProceduraPiù snella e adattabile alle esigenze della PMIPiù rigida, con obblighi informativi più stringenti

Questa differenza riflette la maggiore adattabilità della S.r.l. al tessuto imprenditoriale delle piccole e medie imprese italiane.


Le peculiarità delle S.r.l. PMI e delle S.r.l. semplificate

  • S.r.l. PMI: la flessibilità statutaria consente di adottare strumenti innovativi, come quote con diritti particolari e strumenti finanziari partecipativi (D.L. 179/2012). La disciplina delle riduzioni di capitale deve essere coordinata con tali strumenti, favorendo trasparenza e riequilibrio patrimoniale anche in ottica di passaggi generazionali.
  • S.r.l. semplificate: caratterizzate dal capitale minimo di un euro (art. 2463-bis c.c.), pongono maggiori rischi per i soci, che devono prestare particolare attenzione agli obblighi informativi e alle riduzioni di capitale, data la ridotta soglia patrimoniale.

Conclusioni

La riduzione del capitale sociale nelle S.r.l. rappresenta un passaggio delicato nella vita societaria, che richiede una gestione attenta sia sotto il profilo giuridico che strategico.
La distinzione tra riduzione facoltativa e obbligatoria, così come le conseguenze derivanti da perdite che riducono il capitale sotto il minimo legale, riflettono il bilanciamento tra autonomia privata e tutela dei creditori.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno mette a disposizione la propria esperienza in materia di diritto societario, assistendo imprenditori, amministratori e soci:

  • nell’analisi delle perdite e nella valutazione delle soluzioni più opportune;
  • nella redazione e approvazione delle delibere assembleari;
  • nella gestione delle operazioni straordinarie di riduzione e ricapitalizzazione;
  • nella consulenza strategica per PMI e startup innovative.

Affrontare correttamente la riduzione del capitale non è un mero adempimento contabile, ma una scelta che incide profondamente sulla continuità aziendale e sulla fiducia dei creditori. Per questo, il supporto di professionisti specializzati è fondamentale per tutelare gli interessi della società e dei soci.


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Per ulteriori approfondimenti su questo tema o sulle relative implicazioni pratiche potete contattare:

STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
Piazza Giuseppe Mazzini, 27 – 00195 – Roma

Tel+39 0673000227

Cell. +39 3469637341

@: avv.bonanni.saraceno@gmail.com

@: info@versoilfuturo.org

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CORTE COSTITUZIONALE: RECENTE PRONUNCIA SULLA SOSPENSIONE DELLA PRESCRIZIONE PER GLI ENTI PRIVI DI PERSONALITÀ GIURIDICA

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Il Palazzo della Consulta, detto anche la Consulta, è un edificio romano in piazza del Quirinale, 41, in cui dal 1955 ha sede la Corte costituzionale della Repubblica Italiana

La Corte costituzionale e la responsabilità degli amministratori nelle associazioni non riconosciute: effettività della tutela e sospensione della prescrizione

Introduzione

La recente pronuncia della Corte costituzionale ha riaperto il dibattito sulla tutela giuridica degli enti sprovvisti di personalità giuridica, affrontando il tema della responsabilità degli amministratori e della sospensione della prescrizione.
Si tratta di una decisione di grande rilievo, poiché segna un’evoluzione rispetto alle precedenti sentenze del 1998 e del 2015, fondando l’illegittimità costituzionale non soltanto sulla violazione dell’art. 3 Cost. (irragionevole disparità di trattamento), ma anche sull’art. 24 Cost., che tutela il diritto di difesa in senso effettivo.

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, da sempre attento alle più recenti evoluzioni della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, offre una competenza specifica nell’analisi delle azioni di responsabilità contro amministratori e nella gestione dei rapporti tra enti privi di personalità giuridica e tutela effettiva degli associati.

La ratio decidendi: effettività della tutela

La Consulta ha sottolineato come il diritto di difesa degli associati non sia pienamente garantito dall’obbligo annuale di convocazione dell’assemblea ex art. 20, comma 1, c.c. né dal rendiconto ex art. 1713 c.c., che si realizza soltanto alla cessazione dell’incarico dell’amministratore.
Tre i punti fondamentali:

  1. Mancanza di controllo effettivo: l’assemblea annuale non consente agli associati una reale cognizione sull’operato degli amministratori.
  2. Rendiconto solo a fine mandato: gli associati possono conoscere le modalità di gestione solo alla cessazione della carica.
  3. Condizionamenti interni: durante il mandato, il peso degli amministratori in carica può ostacolare l’impulso a promuovere l’azione di responsabilità.

Ne consegue che, per garantire una tutela effettiva dell’ente, la sospensione della prescrizione è necessaria anche per le associazioni non riconosciute, al pari di quelle dotate di personalità giuridica.

Un diritto vivente in evoluzione

La Corte costituzionale richiama la giurisprudenza di legittimità secondo cui il riconoscimento della personalità giuridica non segna più una linea di demarcazione assoluta nella dimensione della soggettività giuridica.
Tuttavia, la norma oggetto di censura non può applicarsi in via analogica, essendo eccezionale rispetto al principio generale secondo cui i diritti soggettivi si prescrivono per inerzia del titolare.

L’apertura della Consulta, pur significativa, lascia spazio a nuovi interrogativi: la questione potrà ripresentarsi in relazione a società semplici, comitati, condomini, cioè ad altri enti privi di personalità giuridica ma dotati di organi amministrativi.

Profili critici e prospettive

L’analisi giuridica di questa decisione consente di evidenziare due direttrici di riflessione:

  • il bilanciamento tra certezza del diritto e effettività della tutela, con la sospensione della prescrizione quale strumento straordinario ma necessario;
  • l’estensione dei principi costituzionali anche agli enti non riconosciuti, in linea con una concezione moderna della soggettività giuridica.

La competenza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

La complessità di questa materia richiede un approccio integrato, che tenga insieme diritto civile, diritto costituzionale e diritto societario.
Lo Studio Legale Bonanni Saraceno offre assistenza qualificata in:

  • azioni di responsabilità contro amministratori di associazioni e altri enti;
  • gestione dei rapporti associativi in caso di conflitti interni o di mala gestio;
  • difesa dei diritti degli associati, anche in sede costituzionale e di legittimità;
  • consulenza preventiva per la redazione di statuti associativi che rafforzino i controlli interni e l’effettività della tutela.

La capacità dello Studio di coniugare analisi giuridico-scientifica e pratica forense garantisce un supporto mirato sia per enti associativi che per singoli associati, ponendosi come interlocutore autorevole nel campo della responsabilità degli amministratori e della tutela effettiva dei diritti associativi.

Conclusioni

La decisione della Corte costituzionale non rappresenta un punto di arrivo, ma un passaggio decisivo nel percorso di riconoscimento dell’effettività del diritto di difesa in relazione agli enti non riconosciuti.


Lo Studio Legale Bonanni Saraceno, forte della sua esperienza e di un approccio scientifico e multidisciplinare, si colloca tra i pochi studi in grado di affrontare con competenza e visione comparata le questioni di responsabilità degli amministratori, sospensione della prescrizione e tutela costituzionale dei diritti associativi.

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Per ulteriori approfondimenti su questo tema o sulle relative implicazioni pratiche potete contattare:

STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
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DIRITTO DEL LAVORO (NUOVE FRONTIERE): NEURODIRITTI PER LA TUTELA DEI LAVORATORI DAL LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO A CAUSA DELLE NEUROTECNOLOGIE

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BCI (Brain – Computer Interfaces)

Il rischio di licenziamento illegittimo nell’era delle neurotecnologie: tra tutela dei diritti e nuove frontiere del diritto del lavoro

Introduzione

L’evoluzione delle neurotecnologie e l’applicazione di sistemi BCI (Brain – Computer Interfaces) nei luoghi di lavoro solleva interrogativi giuridici di enorme rilievo. La possibilità per i datori di lavoro di raccogliere ed elaborare dati neurali dei dipendenti, seppure con finalità dichiarate di sicurezza o produttività, apre scenari inediti che si intrecciano con i diritti fondamentali tutelati dalla CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) e con il diritto antidiscriminatorio.
In questo contesto, il licenziamento illegittimo rappresenta una delle conseguenze più critiche, capace di incidere direttamente sul diritto al lavoro e alla dignità personale. Lo Studio Legale Bonanni Saraceno analizza tali profili con un approccio integrato, unendo la prospettiva giuslavoristica a quella dei diritti fondamentali.


Neurotecnologie e sorveglianza occulta: il rischio di violazione della privacy

Un primo profilo da considerare è quello del monitoraggio occulto tramite BCI. Se un datore di lavoro dichiara di voler utilizzare il dispositivo per rilevare l’affaticamento, ma in realtà raccoglie dati ulteriori – come livelli di attenzione o stati emotivi – il rischio di un controllo illecito è concreto.

La giurisprudenza della Corte EDU, in particolare il caso Bărbulescu c. Romania (Ric. n. 61496/08), evidenzia come il monitoraggio del lavoratore, se non correttamente comunicato e proporzionato, possa configurare una violazione dell’art. 8 CEDU (diritto al rispetto della vita privata). In analogia, l’utilizzo di BCI senza adeguata informazione e consenso del dipendente potrebbe rendere il licenziamento basato su tali dati illegittimo, poiché fondato su prove raccolte in violazione dei diritti fondamentali.


Licenziamento e discriminazione algoritmica

Un ulteriore rischio è rappresentato dalla discriminazione indiretta derivante dall’uso di algoritmi di decodifica cerebrale. Gli studi scientifici evidenziano come tali sistemi possano produrre risultati distorti, soprattutto in relazione a categorie protette (es. etnia, genere, condizioni di salute mentale).

Si pensi al caso del cameriere escluso da una promozione perché ritenuto “più incline a perdere la calma” sulla base di dati BCI. In tali scenari, i principi dell’Equality Act 2010 (e, in Italia, quelli derivanti dal D.Lgs. 198/2006 e dal D.Lgs. 216/2003) possono costituire la base per un’azione legale per discriminazione, sebbene la prova richieda analisi tecnico-scientifiche complesse.


Lacune normative e onere di tutela

Il quadro normativo attuale appare insufficiente a prevenire gli abusi:

  • Le garanzie della CEDU operano solo ex post, ossia dopo il licenziamento.
  • Al lavoratore rimane spesso l’onere di dimettersi e ricorrere in giudizio, con costi e incertezze elevate.
  • La disciplina antidiscriminatoria offre strumenti utili, ma richiede perizie scientifiche costose per dimostrare il malfunzionamento degli algoritmi.

Il ruolo dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno si distingue per la capacità di affrontare queste nuove frontiere del diritto del lavoro con un approccio multidisciplinare:

  • Tutela giudiziale del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo fondato su tecniche di monitoraggio neurale non proporzionate o non comunicate.
  • Azioni per discriminazione diretta e indiretta, anche mediante il supporto di perizie scientifiche di parte.
  • Consulenza preventiva alle imprese per adeguare le pratiche di monitoraggio ai principi della privacy, della trasparenza e della proporzionalità.

Grazie a un approccio che integra diritto del lavoro, diritto europeo dei diritti fondamentali e diritto antidiscriminatorio, lo Studio è in grado di fornire soluzioni concrete e avanzate sia a lavoratori sia a imprese, contribuendo a colmare il vuoto normativo attuale.


Conclusioni

Il licenziamento illegittimo nell’era delle neurotecnologie rappresenta una sfida centrale per il diritto del lavoro del futuro. La giurisprudenza europea e le normative antidiscriminatorie offrono un primo livello di protezione, ma non sempre adeguato a prevenire abusi e discriminazioni algoritmiche.


In tale contesto, l’assistenza legale qualificata diventa essenziale. Lo Studio Legale Bonanni Saraceno si pone come punto di riferimento per la tutela dei diritti dei lavoratori e per l’accompagnamento delle imprese verso un uso responsabile e conforme delle tecnologie emergenti.


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STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
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DANNO NON PATRIMONIALE (NUOVE FRONTIERE): NEURODIRITTI E TUTELA GIURIDICA PSICHICA

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Diritto alla Privacy cognitiva


Neurodiritti e tutela giuridica della mente: dall’America Latina all’Europa

Introduzione: la nuova frontiera del diritto

L’avvento delle neurotecnologie ha spalancato scenari inediti per il diritto. Dispositivi in grado di raccogliere, interpretare e persino manipolare i segnali cerebrali pongono domande radicali su privacy, libertà cognitiva e integrità psichica. Non si tratta più soltanto di proteggere i dati biometrici o genetici, ma di salvaguardare la sfera più intima dell’essere umano: i pensieri.
In questo contesto emergono i neurodiritti, un insieme di garanzie fondamentali ancora in fase di elaborazione normativa, che potrebbero costituire una vera e propria nuova generazione di diritti umani.

L’America Latina come laboratorio giuridico

Il Cile è stato il primo Paese al mondo a introdurre i neurodiritti nella propria Costituzione (2021), stabilendo che lo sviluppo scientifico e tecnologico debba avvenire nel rispetto dell’integrità fisica e mentale dei cittadini. A rendere storica questa scelta è arrivata la prima causa al mondo per furto di dati cerebrali (2022), con la Corte Suprema cilena che ha riconosciuto la violazione del diritto alla privacy cognitiva.

A seguito di questo caso, altri Stati latinoamericani hanno avviato riforme costituzionali o progetti di legge per regolamentare:

  • la classificazione dei neurodati come categoria di dati sensibili;
  • la tutela della libertà mentale e del consenso informato;
  • i limiti all’uso delle neurotecnologie in medicina, sport e forze dell’ordine.

La diffusione internazionale dei neurodiritti

Dopo il Cile, diversi Paesi hanno seguito la strada dei diritti neurologici:

  • Messico e Brasile: progetti di legge costituzionali e sulla protezione dei neurodati;
  • Argentina e Colombia: proposte di comitati speciali e riforme processuali;
  • Costa Rica e Uruguay: prime iniziative di adeguamento normativo;
  • Stati Uniti: il Colorado e la California hanno introdotto la protezione dei neurodati nei rispettivi atti sulla privacy.

L’Unione Europea, invece, si è mossa con più cautela, limitandosi finora a regolare dispositivi neurotecnologici basati su impulsi elettrici, senza affrontare le tecniche emergenti (stimolazione del nervo vago, ultrasuoni, fotobiomodulazione).

Profili giuridici aperti

I neurodiritti sollevano interrogativi cruciali per il diritto costituzionale, penale, civile e internazionale:

  • Tutela della libertà cognitiva: può lo Stato o un’impresa limitare la sfera del pensiero?
  • Neuroprivacy: i dati cerebrali rientrano tra i dati personali sensibili? Quali standard di sicurezza devono rispettare le aziende?
  • Responsabilità civile e penale: chi risponde di un danno causato da manipolazione neurologica o da uso improprio di neurotecnologie?
  • Ammissione probatoria: le prove ottenute tramite neurotecnologie possono essere utilizzate in giudizio?

Si tratta di un diritto in divenire, che richiede un approccio comparato e multidisciplinare.

La competenza dello Studio Legale Bonanni Saraceno

Lo Studio Legale Bonanni Saraceno segue con attenzione l’evoluzione dei neurodiritti, integrando competenze di diritto costituzionale, diritto alla privacy, bioetica e responsabilità civile. L’esperienza maturata in materia di diritti fondamentali, nuove tecnologie e responsabilità da trattamento dei dati consente allo Studio di affrontare con rigore scientifico e prospettiva internazionale i casi legati alla protezione dell’integrità mentale.

In particolare, lo Studio è in grado di offrire:

  • analisi comparata delle normative internazionali e delle prime sentenze in materia di neurodiritti;
  • tutela giudiziale e stragiudiziale in casi di violazione della neuroprivacy e dei diritti cognitivi;
  • consulenza a imprese tecnologiche che sviluppano dispositivi neurotecnologici, per conformarsi agli standard etici e giuridici emergenti;
  • ricerca scientifico-giuridica per anticipare le ricadute normative delle nuove tecnologie cerebrali.

Conclusioni

Il riconoscimento dei neurodiritti rappresenta uno dei passaggi più significativi nella storia del diritto contemporaneo, perché segna l’ingresso della mente umana come bene giuridicamente tutelato. Se il Cile ha aperto la strada, la sfida è ora globale.
In questo scenario, lo Studio Legale Bonanni Saraceno si propone come interlocutore qualificato per chiunque intenda affrontare le implicazioni giuridiche, etiche e pratiche di una rivoluzione tecnologica che ha già iniziato a trasformare il diritto.

In questo scenario, lo Studio Legale Bonanni Saraceno si propone come interlocutore qualificato per chiunque intenda affrontare le implicazioni giuridiche, etiche e pratiche di una rivoluzione tecnologica che ha già iniziato a trasformare il diritto.

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STUDIO LEGALE BONANNI SARACENO
Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
Piazza Giuseppe Mazzini, 27 – 00195 – Roma

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Cell. +39 3469637341

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